Uno dei principali punti di forza della muratura in blocchi, siano essi di cemento, cemento autoclavato o termolaterizi, è la sua incredibile versatilità applicativa, tanto che proprio a tale qualità abbiamo accennato in un nostro precedente approfondimento.

Dalle murature portanti alle pareti monostrato, dalle partizioni verticali ai muri antincendio/tagliafuoco, fino alle murature esterne e di rivestimento facciavista, questi elementi costruttivi sono progettati per soddisfare una varietà di esigenze strutturali, di performance ed estetiche e si adattano in modo sinergico ai contesti architettonici più diversi.

Proprio in virtù di tale flessibilità applicativa, la muratura in blocchi si presta efficacemente alla realizzazione di strutture opache verticali sia su edifici a destinazione residenziale che pubblica, professionale, industriale e commerciale garantendo prestazioni funzionali molto elevate sia dal punto di vista dell’isolamento termoacustico che della resistenza al fuoco.

Ferme restando le molteplici applicazioni possibili delle murature in blocchi, vogliamo oggi concentrarci in particolare sul loro impiego nella realizzazione di pareti di compartimentazione, tamponamento e rivestimento.

Muratura in blocchi e compartimentazione

In edilizia e architettura, il termine “compartimentazione” abbinato alle strutture verticali identifica la suddivisione di una determinata area al fine di controllare e contenere la propagazione di un incendio (fiamme e fumo). La pareti di compartimentazione di fatto rappresentano quindi una vera e propria barriera fisica alla diffusione del fuoco, evitando che questo si espanda ad aree attigue o addirittura all’intero edificio: per tale ragione, le compartimentazioni sono considerate anche “zone sicure” per le persone e un efficace sistema di protezione passiva.

La resistenza al fuoco dei muri di compartimentazione si fonda, essenzialmente, sulla stabilità strutturale della parete stessa, ossia sulla sua capacità di resistere al collasso, di contenere il fuoco e di isolare termicamente. Se la parete include impianti al proprio interno, la posa della compartimentazione dovrà necessariamente comportare l’impiego di dispositivi sigillanti intumescenti o di collari intumescenti per gli attraversamenti impiantistici con una resistenza al fuoco pari a REI 120. La ragione di tale approccio costruttivo risiede nel fatto che l’unico modo di contrastare efficacemente la propagazione di un incendio è evitare che nella compartimentazione sia presente anche il più piccolo varco (ossia un’area non sigillata) dal quale fuoco e fumo possano trasferirsi da un ambiente all’altro. 

La muratura in blocchi si dimostra un’eccellente soluzione per la realizzazione di pareti di compartimentazione. Nel caso questa sia realizzata in calcestruzzo cellulare, ossia in calcestruzzo aerato autoclavato (CAA), la protezione passiva sarà infatti garantita da un materiale incombustibile in Euroclasse A1, con una classe REI che aumenta con l’incremento dello spessore dei blocchi impiegati. I blocchi in Gasbeton®, ad esempio, manifestano un eccellente comportamento al fuoco e tollerano temperature fino a 1200°C. Inoltre, a contatto con il fuoco non bruciano, non si crepano e non emettono alcun gas tossico pericoloso per le persone.

Anche nel caso dei termolaterizi (uno dei marchi più conosciuti è, in tal senso, il noto POROTON®) la resistenza al fuoco è garantita, tanto che questi elementi costruttivi vengono comunemente impiegati per la realizzazione di pareti di separazione o compartimentazione per garage, autorimesse, cavedi, cantine, locali termici ed edifici industriali. La classe di resistenza al fuoco raggiunta dalle tramezze in termolaterizio POROTON® è pari a EI120, con uno spessore di 8 cm più comune intonaco su entrambi i lati, e può raggiungere la massima classe di resistenza prevista dalle norme EI240 semplicemente con uno spessore pari a 12 cm (al quale dovrà nuovamente essere sommato lo spessore dell’intonaco).

Pareti di tamponamento con muratura in blocchi

Chiamate anche muri di tamponamento o di tompagno, le pareti di tamponamento sono le murature perimetrali di un immobile e vengono realizzate per separare gli ambienti interni da quelli esterni. Si tratta quindi delle strutture verticali opache di un edificio con funzione non strutturale.

Nuovamente, la muratura in blocchi rappresenta la soluzione ideale per questa applicazione, sia nelle nuove costruzioni che nella ristrutturazione di immobili preesistenti, in particolar modo per quanto riguarda le strutture verticali monostrato. Queste ultime appartengono alla tecnologia costruttiva delle pareti massive, ossia a sistemi che lavorano sulla massa.

Grazie all’impiego di blocchi in laterizio porizzato come il già citato POROTON®, un termolaterizio alleggerito in pasta dalle elevate qualità tecniche e prestazionali, è possibile realizzare murature di tamponamento monostrato ad alta performance termica (è proprio per questa ragione che il materiale prende il nome di “termolaterizio”), in particolare quando lo studio del sistema prevede geometrie di blocchi con file di microfori orientate in senso ortogonale alla direzione del flusso termico. A tali, ottime caratteristiche termoisolanti vanno poi sommate quelle di resistenza meccanica e di inerzia termica: quest’ultima è essenziale per ottenere benessere abitativo non soltanto in inverno ma anche in estate – e, di riflesso, un tangibile risparmio energetico. Infine, non va dimenticato che le murature in blocchi di termolaterizio si sposano adeguatamente con le più comuni tipologie di malta (cementizia, termoisolante, a base calce e via discorrendo) e con gli intonaci tradizionali o termoisolanti.

I sistemi in blocchi come Ytang e Gasbeton® sono altresì soluzioni efficienti per le pareti di tamponamento, rivelandosi idonei anche per murature con funzione portante in zone geografiche a basso rischio sismico. Estremamente rapidi e semplici da posare, questi elementi costruttivi sono molto più leggeri rispetto a sistemi tradizionali (come ad esempio i classici mattoni forati) e, proprio per questo, offrono il vantaggio aggiuntivo di ridurre il carico che insiste sui solai. La loro grande facilità di lavorazione, che permette un preciso e agevole taglio, foratura e sagomatura, consente inoltre una personalizzazione senza pari nella realizzazione di pareti di tamponamento.

Esattamente come avviene per i termolaterizi, anche i blocchi in calcestruzzo aerato autoclavato ottimizzano le prestazioni di isolamento termoacustico su tamponamenti monostrato, senza alcuna esigenza di applicare ulteriori materiali isolanti.

Muratura in blocchi per il rivestimento

Per quanto riguarda infine il rivestimento, la muratura in blocchi si rivela nuovamente un sistema flessibile per la realizzazione di pareti facciavista estremamente performanti dal punto di vista tecnico ed esteticamente gradevoli, grazie alla disponibilità di una gamma molto vasta di soluzioni che differiscono per dimensione, forma e finitura superficiale.

In tal senso, Gasbeton® propone la gamma ACTIVE, che non necessita di alcun cappotto termico aggiuntivo poiché si compone di blocchi progettati per massimizzare l’isolamento termico: le prestazioni di questa muratura sono così elevate (si ritiene che con i suoi 300 kg/m3 sia oggi la più isolante in commercio) da renderla la soluzione ideale anche per la realizzazione di edifici passivi e Nzeb. Anche la gamma ENERGY si conferma altamente performante ed è ideale per realizzare tamponamenti esterni in muratura monostrato non portante ad alto isolamento termoacustico. Entrambe le soluzioni si caratterizzano infine per un’estetica molto gradevole, esaltata da blocchi bianchi dalla superficie liscia e con incastro maschio/femmina.

Va da sé che, in virtù delle sue ben note caratteristiche tecniche, anche la muratura in blocchi di termolaterizio vada considerata una soluzione efficace per la realizzazione di rivestimenti esterni che non richiedono applicazione di cappotto termico. Tuttavia, questi sistemi richiederanno comunque l’impiego di ulteriori rivestimenti, malte e intonaci per una finitura efficace.

Cubo è leader nella posa di muratura in blocchi per le più diverse applicazioni: dal 2010, rappresenta il partner lungo l’intero iter di progetto, dalla fase consulenziale preliminare fino a quella di design architettonico e progettazione strutturale, grazie alla sua capacità di individuare il sistema costruttivo più adeguato a ogni contesto.

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Conosciuti anche con il nome di “blocchi alleggeriti”, i blocchi in argilla espansa sono manufatti edili vibrocompressi composti da una miscela di calcestruzzo alleggerito e argilla espansa.

La disponibilità di tali blocchi in diverse forme e densità del calcestruzzo, così come in numerosi colori e texture superficiali progettati per soddisfare diverse esigenze costruttive, li rende oggi una delle soluzioni in assoluto più interessanti non soltanto in termini di possibilità applicative – e quindi di progettazione creativa – ma anche di performance.

Le principali caratteristiche dei blocchi alleggeriti

Come accennato, la prima peculiarità che è opportuno mettere in luce relativamente ai blocchi in argilla espansa è legata alla possibilità di utilizzarne tipologie/versioni differenti a seconda del campo d’impiego.

Nello specifico, i blocchi alleggeriti – la cui forma è generalmente quella di un parallelepipedo – possono variare in lunghezza, larghezza e altezza. Le dimensioni dei blocchi sono spesso modulari, ma comunque studiate in modo tale che il volume del manufatto sia sempre superiore a 5500 centimetri cubi, poiché proprio tale discriminante distingue i blocchi dai mattoni.

Per quanto riguarda l’impasto di base, abbiamo precedentemente indicato che non si tratta di comune calcestruzzo (ossia di un mix di cemento Portland, inerti e acqua) quanto piuttosto di una miscela che include al proprio interno anche la presenza di argilla espansa. Quest’ultima è un inerte minerale a ridotta massa volumica normalmente impiegato nella produzione dei cosiddetti “calcestruzzi leggeri”, ossia materiali che, una volta essiccati, presentano un rapporto massa/volume tra gli 800 kg/mc e i 1700 kg/mc.

La produzione industriale di argilla espansa avviene a partire dalla materia prima cruda che, portata ad alte temperature con l’impiego di specifici forni, subisce la reazione tra carbonato di calcio e acqua dell’impasto, liberando anidride carbonica. L’espansione del gas porta alla formazione di micro-sfere nell’impasto, ossia di alveoli contenenti CO2. Al termine del processo di riscaldamento, il materiale viene investito da aria fredda che, raffreddandolo e ossidandolo, nel provoca la vetrificazione.

Esattamente come avviene per il cemento autoclavato e i termolaterizi (di entrambi abbiamo parlato più esaustivamente in questo precedente approfondimento), anche nel caso dei blocchi alleggeriti ci troviamo quindi di fronte a un sistema costruttivo leggero proprio perché caratterizzato dalla presenza di alveoli nel composto.

Blocchi in argilla espansa: quali applicazioni?

La principale applicazione dei blocchi in argilla espansa è relativa alla costruzione di muri di edifici che dovranno presentare elevate performance isolanti tanto dal punto di vista termico quanto da quello acustico. Inoltre, questi manufatti si rivelano eccellenti soluzioni per la realizzazione di pareti tagliafuoco e persino di giardini pensili, poiché leggeri e rapidi da posare anche in caso di realizzazioni molto ampie.

Dal momento che la versatilità è la caratteristica al cuore dei blocchi alleggeriti, altrettanto flessibili saranno le loro possibilità applicative: ecco quindi che tali sistemi costruttivi potranno essere impiegati per la realizzazione di pareti intonacate o facciavista, poiché la gamma di prodotti disponibile include tipologie di blocco destinate a entrambi questi impieghi.

Inoltre, si rivelano una soluzione ottimale sia per la costruzione di tramezzi e tamponature sia di murature portanti, ordinarie o armate, anche relative a edifici costruiti in zone geografiche ad elevato rischio sismico. Esistono in tal senso diverse tipologie di blocchi alleggeriti che rispondono alle più diverse esigenze costruttive: termici e sismici, progettati per murature con elevate caratteristiche di bioclimaticità; blocchi per partizioni ad elevate prestazioni termoacustiche e di resistenza al fuoco, posabili con un sistema a incastro semplice, sicuro e veloce; blocchi fonoisolanti per murature monostrato (ideali ad esempio per partizionare diverse unità abitative); blocchi tagliafuoco a densità ottimizzata per incrementare la sicurezza al fuoco; blocchi architettonici per pareti di rivestimento, portanti o di tamponamento; blocchi fonoassorbenti e via discorrendo.

Va da sé che, considerata l’ampiezza delle tipologie di blocchi alleggeriti disponibili, dovrà essere individuata quella più adeguata a seconda della destinazione d’uso.

In tal senso, si farà riferimento a un dato specifico, ossia alla percentuale di foratura:

  • Blocchi in argilla espansa con percentuale di foratura <45%: ideali per la realizzazione di muri portanti in zone ad alto rischio sismico.
  • Blocchi in argilla espansa con percentuale di foratura tra 45% e 55%: indicati per la costruzione di murature portanti in zone a basso rischio sismico.
  • Blocchi in argilla espansa con percentuale di foratura tra 50% e 70%: progettati per la costruzione di tramezzi e tamponature.

70% è, peraltro, la massima percentuale di foratura possibile per questo tipo di manufatti.

I vantaggi dei blocchi alleggeriti nella costruzione di murature

Chiarita la composizione, le caratteristiche fondamentali e le principali applicazioni dei blocchi in argilla espansa, scopriamone ora i numerosi vantaggi.

Per sua natura, l’argilla espansa conferisce a questi manufatti eccellenti prestazioni di isolamento e inerzia termica, così come di isolamento acustico, traspirabilità e bioclimaticità. Allo stesso tempo, i blocchi alleggeriti si dimostrano anche molto resistenti alle sollecitazioni meccaniche e vantano un ottimo comportamento al fuoco.

Riassumendo, quindi, i blocchi alleggeriti sono considerati elementi costruttivi ad elevate performance perché garantiscono:

  • Elevata sicurezza in caso di incendio
  • Buone doti di resistenza meccanica
  • Alte prestazioni di isolamento acustico e fonoassorbenza
  • Ottime performance bioclimatiche
  • Marcata traspirabilità
  • Elevate prestazioni di inerzia termica e isolamento
  • Ecocompatibilità
  • Grande versatilità, che rende questi sistemi costruttivi un’ottima soluzione anche nell’ambito della prefabbricazione
  • Flessibilità applicativa, con possibilità di realizzare murature intonacabili o facciavista
  • Leggerezza e maneggevolezza, e di riflesso facilità di trasporto e di messa in opera
  • Semplicità e rapidità di posa
  • Stabilità dimensionale e indeformabilità
  • Traspirabilità
  • Attrezzabilità delle pareti, che si dimostrano solide e robuste

Dal 2010, Cubo è leading company nella posa di muratura in blocchi e partner unico del committente in tutte le fasi del progetto, sia per quanto riguarda l’aspetto architettonico che strutturale.

La lunga esperienza del team e l’elevato grado di competenza maturato negli anni permettono di individuare soluzioni costruttive e approcci efficaci per ogni tipo di applicazione: efficienza, disponibilità, reattività e trasparenza sono soltanto alcune delle numerose doti che ci hanno permesso di contribuire, negli anni, alla realizzazione di numerosi progetti di successo.

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La progettazione e realizzazione di qualunque opera edile deve sempre essere il risultato di un efficace processo di razionalizzazione preliminare, che prevede innanzitutto la scelta più adeguata dei materiali e delle tecniche di posa da utilizzare.

Nel caso delle murature, il progettista ha oggi a disposizione svariate soluzioni e, tra le più interessanti, figurano certamente quelle in blocchi di cemento autoclavato e in termolaterizio. Entrambi questi materiali possono infatti essere impiegati per la realizzazione di murature portanti o di tamponamento così come di pareti monostrato, sistemi costruttivi le cui molteplici funzioni – dal controllo igrometrico all’isolamento termoacustico, dalla portanza al tamponamento, fino all’attrezzabilità – sono svolte, appunto, dalla muratura.

Tuttavia, esistono sostanziali differenze tra il blocco di cemento autoclavato e il termolaterizio, e comprenderle è fondamentale per procedere a una scelta che soddisfi appieno le esigenze strutturali, funzionali e persino estetiche del progetto.

La muratura in blocchi di cemento autoclavato: caratteristiche e applicazioni

Definito più propriamente calcestruzzo aerato autoclavato (CAA) e conosciuto anche con il nome di cemento cellulare, il cemento autoclavato è un materiale per l’edilizia caratterizzato da un’estrema leggerezza grazie al “sistema a vuoto” (legato appunto alla presenza di vuoti d’aria nella struttura) che lo costituisce. Rapido da posare e molto maneggevole, si compone di sabbia silicea, ossido di calcio, cemento Portland e acqua ed è considerato – proprio in virtù del suo contenuto di sabbia silicea, una materia prima di origine naturale – ecologico ed ecosostenibile.

Tipicamente di colore bianco, il cemento autoclavato vanta un elevato potere coibentante, è ignifugo, insensibile all’umidità e resiste ottimamente alle escursioni termiche e al gelo. Si dimostra inoltre permeabile all’acqua, e la sua struttura porosa garantisce un efficace assorbimento acustico, migliorando il comfort ambientale negli spazi indoor. In virtù delle sue caratteristiche tecniche, che permettono di rispondere alle esigenze di praticità e comfort richieste alle costruzioni attuali, viene utilizzato ampiamente per realizzazioni che sono tanto funzionali e performanti quanto ecocompatibili.

Per quanto riguarda le applicazioni, questo materiale è considerato una scelta ottimale sia per la costruzione di nuove murature sia in caso di interventi di demolizione e ricostruzione parziali o totali – ad esempio laddove l’involucro debba essere sostituito mantenendo però la struttura portante. Può inoltre essere utilizzato per la realizzazione di murature esterne, di murature massicce monostrato e persino di pareti tagliafuoco.

Inoltre, il CAA può essere impiegato anche in aree soggette a rischio sismico in virtù della sua elevata resistenza meccanica e leggerezza, poiché, in caso di scosse, la forza sismica che agisce sulla parete è proporzionale al peso della muratura: pertanto, a un blocco di peso inferiore corrisponderà una minore forza sismica a sollecitare la parete.

In definitiva, una muratura realizzata in blocchi di cemento autoclavato si dimostrerà efficiente dal punto di vista energetico grazie alle sue caratteristiche di isolamento termoacustico (risultato della presenza di bolle d’aria nei blocchi), leggera grazie alla riduzione della massa, semplice e rapida da posare, traspirante, solida e sicura, salubre per le persone e sostenibile per l’ambiente perché riciclabile al 100% in fase di demolizione.

Il calcestruzzo aerato autoclavato è un materiale preconfezionato disponibile sul mercato con diversi nomi commerciali. Due tra questi sono Ytong e Gasbeton®, entrambi considerati sistemi costruttivi completi per la realizzazione di murature che vantano, contestualmente, caratteristiche di portanza e isolamento senza necessità di ricorrere a isolanti aggiuntivi.

Specialmente nel nostro Paese, in cui la soluzione più adottata per le strutture verticali opache degli edifici residenziali è il sistema composto da muratura e cappotto (parete massiccia in laterizio) e, in quelli non residenziali, la muratura in pannelli prefabbricati in calcestruzzo, il cemento autoclavato rappresenta una formidabile alternativa per il progettista che desidera realizzare sistemi leggeri e altamente performanti.

Per quanto riguarda la posa dei blocchi Gasbeton® o Ytong, essa avviene senza l’impiego di altri materiali coibentati. Nella costruzione di murature piane non sono inoltre necessari ulteriori rivestimenti, sebbene i blocchi possano comunque essere tinteggiati, rivestiti con piastrelle ceramiche o decorati con altri materiali: le possibilità di finitura di questo materiale sono quindi molto versatili.

Laddove l’esigenza del progetto sia quella di posare più blocchi di dimensioni maggiori, si procederà all’impiego di leganti.

La muratura in termolaterizio: caratteristiche e applicazioni

Il termolaterizio, conosciuto anche con il nome di laterizio porizzato, è un materiale da costruzione nato alla fine degli anni Sessanta con la produzione industrializzata di impasti alleggeriti con alveoli, risultato dell’additivazione dell’argilla cruda di specifiche quantità di alleggerenti prima della fase di formatura.

Le macroporizzazioni del termolaterizio possono essere il risultato dell’additivazione dell’argilla cruda con polistirolo espanso (in minuscole sfere di formato tra 1 e 2 millimetri), che brucerà durante la fase di cottura scindendosi in acqua e anidride carbonica, o con farine di legno, fossili, di cellulosa o di origine non organica. Il risultato finale sarà essenzialmente lo stesso: un manufatto caratterizzato dalla presenza di macro e micropori, chiamati alveoli, che contengono esclusivamente aria e che non sono tra loro comunicanti.

Come è facile intuire, nonostante la differenza di composizione tra termolaterizi e cemento autoclavato, questi due materiali mostrano il punto in comune di una maggiore leggerezza rispetto ad altri sistemi costruttivi. Di riflesso, il termolaterizio così come il CAA si dimostrerà più termicamente performante rispetto al laterizio tradizionale – seppur meno resistente di esso dal punto di vista meccanico.

I termolaterizi abbinano alle loro doti di resistenza termica anche un’elevata inerzia termica, ovviamente essenziale per assicurare il necessario comfort abitativo agli ambienti interni sia in estate che in inverno (e un conseguente, tangibile risparmio energetico). Sono inoltre materiali facilmente lavorabili, possono essere tagliati, fresati e chiodati con estrema semplicità, e vantano buona permeabilità al vapore, qualità di assorbimento del rumore e resistenza al fuoco.

Nella realizzazione di murature, i blocchi in termolaterizio si rivelano pertanto una scelta ideale per pareti monostrato che non richiedono l’applicazione del cappotto termico. Il materiale, ideale sia per nuove realizzazioni che per la ricostruzione di pareti preesistenti nell’ambito di ristrutturazioni o riqualificazioni edilizie con finalità di miglioramento delle prestazioni energetiche, può essere utilizzato anche per la costruzione di tramezze, pareti tagliafuoco, murature divisorie interne e di tamponamento, contropareti in muratura pluristrato, pareti ventilate e doppie pareti fonoisolanti. Diversamente dal cemento autoclavato, tuttavia, i termolaterizi necessiteranno dell’impiego di materiali aggiuntivi come intonaci, rivestimenti, malta per giunti a base cemento, calce o termoisolante.

Dal punto di vista della commercializzazione, i termolaterizi più conosciuti sono quelli a marchio Poroton®, disponibili in varie versioni e dimensioni per realizzare murature con spessore variabile dai 10 ai 45 centimetri. La loro posa a fori verticali, sommata alla massa del termolaterizio, garantisce alla muratura in blocchi Poroton® un alto livello di rigidità e ottime doti di resistenza a fronte di una realizzazione rapida e agevole. È importante tenere a mente che, per incrementare le qualità isolanti della muratura in termolaterizio, è possibile applicare uno strato di materiale isolante in aderenza o contenuto tra due pareti tramite interposizione di pannelli termoisolanti o anche fonoassorbenti.

Infine, va ricordato che alcuni termolaterizi si distinguono per la presenza di particolari fori, nei quali in fase di posa viene inserito materiale isolante naturale o sintetico al fine di ottenere pareti di tamponamento dalle elevate performance. In tali realizzazioni, l’applicazione di termointonaco o cappottatura esterna sarebbe da considerarsi ridondante.

In conclusione, le murature in blocchi di cemento autoclavato e in termolaterizi sono entrambe soluzioni estremamente funzionali ed efficienti per vedersi garantite ottime qualità strutturali e di isolamento termoacustico. Durante la fase progettuale, il tecnico dovrà valutare con la massima cura e con l’ausilio di opportuni strumenti di indagine le prestazioni dei due materiali, tenendo conto in particolare fattori quali la resistenza massima, l’isolamento termoacustico unito all’eventuale esigenza di isolamento aggiuntivo, il rischio di ponti termici, lo spessore e la lavorabilità.

Fondata nel 2010, Cubo è oggi il punto di riferimento nella posa di murature in blocchi: proponendosi come interlocutore unico per il committente sia nella fase di progettazione architettonica che strutturale, permette di individuare l’approccio costruttivo più corretto qualunque siano le esigenze.

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