La problematica dei graffiti e delle pitture interessa estensivamente le architetture del nostro Paese e, in molti casi, anche le murature in blocchi di calcestruzzo vibrocompresso. Oltre ad alterare in modo più o meno significativo l’estetica della parete, pitture e graffiti devono essere considerati un problema concreto anche in termini di conservazione del manufatto, specialmente se faccia a vista. In tali circostanze la muratura è soggetta a un’aggressione definibile come indotta: più che gli inchiostri e le vernici, a danneggiarla sono infatti i continui interventi di pulitura necessari a rimuoverli.
Se, da un lato, eliminare pittura e graffiti dalle murature in blocchi è un processo piuttosto elementare – è sufficiente di solito ricorrere a lavaggi ad alta pressione e ad elevata temperatura, a sabbiature violente o all’impiego di acidi abbastanza aggressivi – dall’altro la parete potrebbe finire col risentire di questi continui interventi.
Per tale ragione, per quanto riguarda le murature in blocchi faccia a vista che potrebbero essere oggetto dell’attenzione dei “writer urbani”, si suggerisce l’applicazione di un sistema di protezione preventiva che vada a costituire una sottile pellicola repellente sulla superficie della muratura. In tal modo sarà possibile bloccare almeno in parte la penetrazione delle vernici e degli inchiostri nel calcestruzzo, e rendere più rapida e semplice la loro rimozione. Sono oggi disponibili sul mercato diversi sistemi di protezione preventiva specificamente formulati per questo scopo: per applicarli correttamente basterà far riferimento alle istruzioni del relativo produttore.
Vi saranno poi diverse tipologie di intervento da attuare in relazione al tipo di sostanza che “sporca” la muratura. Vediamo a seguire le più comuni:
- Pittura fresca: può essere rimossa asciugandola dapprima con carta assorbente o stracci. La parete dovrà poi essere lavata con polvere abrasiva e risciacquata. È invece sconsigliato l’utilizzo di solventi, che favorirebbero la penetrazione della vernice nel calcestruzzo.
- Pittura secca: se a base d’olio, sono disponibili in commercio diversi prodotti per rimuoverla. Se a base bituminosa, bisognerà intervenire utilizzando acetone, cloroformio o benzolo, ossia con un solvente.
- Inchiostro da scrittura tradizionale: la pulizia della parete avverrà con una pasta imbevuta di perborato sodico sciolto in acqua calda. In caso di persistenza di macchie blu, il trattamento andrà ripetuto. Se la macchia che rimane è invece di colore brunastro, significa che nell’inchiostro sono presenti sali di ferro: bisognerà quindi intervenire con citrato sodico, in un processo analogo a quello di rimozione della ruggine.
- Inchiostro sintetico: si utilizzerà una soluzione candeggiante come l’ammoniaca o l’ipoclorito di sodio o, in alternativa, una pasta assorbente preventivamente imbevuta di queste sostanze.
- Matita: i segni di matita possono essere cancellati utilizzando comuni gomme. In caso di permanenza delle macchie, bisognerà bagnare la superficie con una soluzione acquosa di nitrato di sodio e scaldarla poi con una fiamma a gas: il processo permetterà infatti di bruciare il carbonio.
- Grassi animali e vegetali: devono essere prima di tutto fisicamente asportati. La superficie dovrà poi essere lavata con acqua saponata addizionata con fosfato trisodico, e risciacquata con acqua pulita. Laddove il grasso fosse penetrato in profondità, come potrebbe ad esempio avvenire con calcestruzzi molto porosi, si interverrà invece con una pasta assorbente o con tricloroetilene.
- Fumo e fuoco di legna: si elimina la maggior parte dei residui con una pasta abrasiva. La superficie dovrà poi essere lavata con uno straccio imbevuto di ipoclorito di sodio.
- Pomodoro o vino: sarà possibile quantomeno schiarire le macchie trattando la superficie con una base di bisolfito di sodio in soluzione acquosa, nella proporzione di 25 g/litro.
- Caffè: le macchie possono essere rimosse con una soluzione al 3% di acqua ossigenata.
- Oli minerali e vegetali: nel caso di combustibili e lubrificanti, si assorbirà parte del materiale con una polvere di calce idrata, sabbia fine o cemento. Successivamente si laverà la superficie con detersivo. Si procederà poi alla sua copertura con polvere assorbente contenente un solvente che verrà lasciata asciugare per un’ora. La pasta dovrà infine essere rimossa e la superficie lavata.
- Ossido di ferro e ruggine: si suggerisce di bagnare la superficie con una soluzione costituita da una parte di citrato di sodio e sei parti di acqua. Il trattamento dovrebbe essere ripetuto a brevi intervalli per dieci minuti e la superficie cosparsa con cristalli di iposolfito di sodio, da ricoprire con una pasta assorbente inumidita. Saranno sufficienti altri dieci minuti perché questa asciughi; dopodiché si procederà a rimuoverla e a lavare la muratura con acqua calda pulita.
- Ossidi di rame: la macchia dovrà essere trattata con una pasta assorbente composta da talco e a cui viene aggiunto cloruro di ammonio (una parte ogni quattro di talco) e ammoniaca. La sostanza densa così ottenuta verrà lasciata essiccare sulla superficie per poi essere rimossa. È possibile ripetere il trattamento fino alla scomparsa completa delle macchie. La parete dovrà infine essere lavata con abbondante acqua.
- Bitume puro: in questo caso bisognerà raffreddare la parte interessata con il ghiaccio, così da fragilizzare e rendere facilmente asportabile il bitume. Se dovessero rimanere piccoli residui, essi potranno essere rimossi con polvere abrasiva e acqua.
- Bitume fissato: purtroppo, non esiste modo per rimuovere totalmente le macchie lasciate da questa sostanza sulla muratura in blocchi di calcestruzzo vibrocompresso. La ragione è legata alla penetrazione profonda della sostanza garantita dal solvente. Si consiglia comunque di intervenire applicando una pasta impregnata di solvente e lavando poi energicamente con pasta abrasiva e acqua.
- Emulsioni bituminose: la superficie macchiata dovrà essere spazzolata con un composto di pasta abrasiva e acqua. Non è invece opportuno utilizzare solventi che agevolerebbero la penetrazione del solvente nei calcestruzzo.
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