Nel settore delle costruzioni, la progettazione esecutiva è un passaggio fondamentale per assicurarsi che un progetto architettonico prenda forma nel modo più efficiente, sicuro e conforme alle aspettative. Questo processo dettagliato va interpretato come il ponte tra l’idea iniziale e la sua realizzazione concreta, a garanzia che ogni fase dei lavori sia pianificata e gestita con precisione.

Le murature, elemento strutturale essenziale in qualsiasi edificio, giocano ovviamente un ruolo centrale. Che si tratti di tamponamento, compartimentazione o rivestimento, la loro corretta progettazione e posa non solo garantisce la stabilità e la funzionalità dell’edificio, ma ne definisce anche le prestazioni tecniche, estetiche e di sicurezza.

L’obiettivo di questo articolo è spiegare cos’è la progettazione esecutiva di una muratura, analizzandone il significato, le fasi e l’importanza per il successo di un progetto edilizio.

Cos’è la progettazione esecutiva della muratura

La progettazione esecutiva di una muratura è la fase del processo edilizio in cui ogni dettaglio tecnico e operativo viene definito con precisione per garantire la realizzazione conforme del progetto architettonico e strutturale. In termini pratici, si tratta di tradurre le idee progettuali in documenti tecnici dettagliati che guidano la costruzione, assicurando che ogni componente della muratura sia adeguatamente pianificato e ottimizzato.

La progettazione esecutiva di una muratura include diverse attività fondamentali:

  • Analisi delle soluzioni costruttive: valutazione delle esigenze progettuali, delle prestazioni richieste e delle condizioni specifiche del cantiere.
  • Scelta dei materiali: selezione di blocchi di cemento, laterizio o calcestruzzo aerato, in base a criteri come isolamento termico/acustico, resistenza meccanica, durabilità e sostenibilità.
  • Disegno tecnico: realizzazione di elaborati esecutivi che rappresentano con accuratezza dimensioni, disposizioni e dettagli costruttivi delle murature
  • Specifiche dettagliate: definizione dei requisiti di posa, dei trattamenti superficiali e delle finiture necessarie per soddisfare sia le esigenze estetiche che funzionali.

Un aspetto cruciale della progettazione esecutiva è chiaramente il rispetto delle normative vigenti, come quelle delineate dal Codice dei Contratti pubblici, che stabilisce criteri stringenti per garantire sicurezza, qualità e trasparenza nei lavori edilizi. La conformità normativa non riguarda solo la scelta dei materiali e delle tecniche costruttive, ma anche la documentazione, le certificazioni e i controlli in cantiere.

Infine, la coerenza tra la progettazione esecutiva e il progetto architettonico e strutturale è essenziale per assicurare che l’opera finale sia conforme alle aspettative del cliente e alle specifiche del progettista. Una muratura eseguita con precisione risponde infatti ai requisiti funzionali richiesti e contribuisce anche al valore estetico e alla sostenibilità complessiva dell’edificio.

Perché la progettazione esecutiva è fondamentale

In termini generali, la progettazione esecutiva va considerata un pilastro cruciale per il successo di qualsiasi progetto edilizio. L’attenzione prestata ai dettagli tecnici e operativi garantisce infatti una gestione più efficiente, sicura e sostenibile di tutte le fasi di costruzione.

Più nello specifico, la progettazione esecutiva – della muratura così come di altri manufatti edilizi – è fondamentale a diversi livelli, che esploriamo a seguire.

Efficienza del processo produttivo

Una progettazione esecutiva accurata consente di ottimizzare tempi e risorse, pianificando in modo dettagliato ogni fase del lavoro. Dalla scelta dei materiali all’organizzazione del cantiere, ogni elemento viene analizzato per ridurre al minimo gli sprechi e prevenire errori costosi.

Ecco un esempio pratico di efficienza: una muratura soggetta a una progettazione esecutiva riduce il rischio di incongruenze che potrebbero rallentare i lavori o compromettere il risultato finale.

Qualità dell’opera finita

Un progetto esecutivo ben definito è anche sinonimo di precisione e affidabilità. Le murature così realizzate risultano solide, esteticamente curate e perfettamente funzionali, rispondendo sia alle esigenze tecniche che alle aspettative del committente.

La qualità delle opere non si limita naturalmente all’aspetto visivo: comprende anche l’efficienza strutturale, l’isolamento termico e acustico e la durabilità nel tempo.

Rispetto delle normative

La conformità alle normative vigenti è una componente imprescindibile della progettazione esecutiva. Elementi come la compartimentazione antincendio (certificazioni REI), le dichiarazioni di regolare esecuzione e la sicurezza in cantiere sono integrati nel processo, garantendo che l’opera sia sicura e legalmente a norma.

Tale approccio è particolarmente importante nei progetti complessi, dove la collaborazione con esperti del settore come Cubo assicura il pieno rispetto delle regole tecniche e legislative.

Sostenibilità ambientale

La progettazione esecutiva offre anche l’opportunità di contribuire alla sostenibilità ambientale già a partire dalla scelta accurata dei materiali, che riduce l’impatto ecologico del cantiere. Inoltre, un progetto ben studiato limita gli sprechi di risorse e consente di adottare tecniche di costruzione più rispettose dell’ambiente, favorendo un approccio responsabile al settore edile.

Le fasi della progettazione esecutiva di una muratura

La progettazione esecutiva di una muratura si articola in diverse fasi, ciascuna delle quali è cruciale per garantire il successo dell’opera. Ogni passaggio contribuisce a realizzare una costruzione di qualità, rispettosa delle normative e delle esigenze del cliente.

La progettazione inizia con una valutazione approfondita del contesto del progetto, che comprende:

  • Lo studio delle caratteristiche del sito di costruzione.
  • L’identificazione delle esigenze specifiche del committente in termini di funzionalità, estetica, prestazioni e budget della muratura.
  • La verifica delle normative locali, come quelle sulla sicurezza, sull’isolamento termico e acustico, e sulla resistenza al fuoco (ad esempio, compartimentazione REI).

Questo passaggio permette di definire le linee guida per la progettazione, assicurando che ogni aspetto sia in linea con gli obiettivi prefissati.

Ci si concentra poi sulla selezione dei materiali – certamente una delle decisioni più importanti della progettazione esecutiva e che deve considerare criteri tecnici, estetici e di sostenibilità. Ecco i sistemi in cui Cubo è altamente specializzata:

Il confronto tra le diverse opzioni consente di individuare il materiale più adatto al progetto, bilanciando prestazioni tecniche ed efficienza economica.

Successivamente, si passa all’elaborazione del progetto tecnico della muratura, al cuore del processo esecutivo. In questa fase – in genere utilizzando strumenti avanzati come il Building Information Modeling (BIM) – i progettisti creano modelli digitali dettagliati che integrano tutte le informazioni necessarie, tra cui:

  • Disposizione e dimensioni delle murature.
  • Specifiche tecniche dei materiali.
  • Dettagli costruttivi come aperture, giunti e trattamenti superficiali.

Il BIM si rivela in questo caso uno strumento estremamente utile perché permette di anticipare eventuali criticità, ottimizzando le soluzioni costruttive e migliorando la collaborazione tra i vari attori del progetto.

L’ultima fase del progetto esecutivo delle murature prevede il monitoraggio continuo durante la realizzazione dell’opera. Ciò significa che tecnici specializzati saranno incaricati di verificare che i lavori siano eseguiti in piena conformità con il progetto tecnico e le normative vigenti. Oltre alla supervisione costante, necessaria a ridurre il rischio di errori e a garantire il rispetto del budget e delle tempistiche concordate, il monitoraggio può includere anche il rilascio di particolari certificazioni, come le dichiarazioni di regolare esecuzione e certificazioni di posa, fondamentali per garantire la qualità dell’opera.

Questa fase conclusiva non solo assicura che il progetto sia completato con successo, ma fornisce al cliente la tranquillità di un’opera conforme, affidabile e duratura.

Il ruolo di CUBO nella progettazione e realizzazione di murature di qualità

Affidarsi a un’impresa specializzata come Cubo offre numerosi vantaggi nella realizzazione di progetti edilizi, grazie a un approccio integrato e professionale che copre tutte le fasi del processo costruttivo.

Per i propri progetti, Cubo adotta un metodo “chiavi in mano”, assumendosi la responsabilità completa dell’opera. Questo approccio garantisce al cliente un supporto totale, dal sopralluogo iniziale fino alla certificazione finale dei lavori. Il team di Cubo segue in dettaglio tutte le indicazioni progettuali, ottimizzando ogni attività preliminare e di cantiere, sempre nel pieno rispetto dei tempi concordati.

Inoltre, collaborare con un solo referente per la progettazione esecutiva e la posa in opera semplifica la comunicazione e migliora l’efficienza del progetto. Cubo si occupa della gestione delle proprie maestranze e della logistica di cantiere, effettuando sopralluoghi e approvvigionamento dei materiali, e monitora l’andamento dei lavori con il supporto dei propri tecnici. L’organizzazione operativa di Cubo è collaudata ed efficiente, specializzata nel seguire ogni fase del lavoro e nel proporre materiali e componenti edilizi capaci di assicurare la migliore qualità dell’opera sia sotto l’aspetto tecnico/funzionale che sotto quello estetico.

Cubo impiega infine materiali e tecnologie di alta qualità per garantire sicurezza e durabilità delle opere – come murature REI, che offrono sicurezza al fuoco certificata, essenziale per la sicurezza degli edifici; calcestruzzo aerato autoclavato, leggero ed ecologico e caratterizzato da elevate capacità isolanti; e sistemi in laterizio che assicurano eccellenti prestazioni termiche e acustiche.

In conclusione, scegliere Cubo significa affidarsi a un partner esperto e affidabile, capace di garantire qualità, efficienza e rispetto delle tempistiche. La professionalità di Cubo assicura che ogni progetto sia realizzato secondo gli standard più elevati, offrendo al cliente la tranquillità di un lavoro eseguito a regola d’arte.

Mai come oggi la sicurezza è considerata un aspetto cruciale che, in ambito edile, guida le scelte progettuali e dei materiali. Tra le molteplici sfide che il comparto costruttivo si trova quotidianamente ad affrontare, la protezione dal fuoco rientra tra i pilastri fondamentali per garantire la sicurezza degli edifici e delle persone che li abitano. La crescente attenzione alla prevenzione dei rischi e al rispetto delle normative antincendio ha infatti reso indispensabile la selezione di materiali capaci di rispondere alle esigenze più stringenti in termini di resistenza al fuoco.

Va da sé che i materiali da costruzione non sono tutti uguali: le loro proprietà fisiche e chimiche possono quindi fare la differenza nel contenimento di un incendio. In questo contesto, il calcestruzzo aerato autoclavato (CAA) emerge come soluzione innovativa e altamente performante: grazie alle sue caratteristiche intrinseche, come l’incombustibilità e l’elevata resistenza termica, il CAA offre infatti un livello di sicurezza superiore rispetto ad altri materiali comunemente impiegati in edilizia.

L’importanza di utilizzare materiali con elevata resistenza al fuoco non si limita alla salvaguardia delle strutture. Tali scelte contribuiscono anche a minimizzare i danni economici e ambientali, garantendo al contempo il pieno rispetto delle normative vigenti.

Il calcestruzzo aerato autoclavato (CAA): caratteristiche generali

Il calcestruzzo aerato autoclavato (CAA) è un materiale innovativo e versatile, ampiamente utilizzato nel settore dell’edilizia grazie alle sue eccezionali proprietà fisiche e meccaniche. Si tratta di un materiale ecologico, leggero e resistente, caratterizzato da una struttura porosa ottenuta tramite un processo produttivo specifico, ben collaudato e altamente controllato.

Composizione e processo di produzione

Il CAA si compone di una miscela di materiali naturali che include sabbia silicea, calce, cemento, acqua e una piccola quantità di polvere di alluminio. Quest’ultima ha la funzione di agente espandente, generando una reazione chimica che produce minuscole bolle di gas all’interno del composto. Tale reazione conferisce al materiale la sua caratteristica struttura porosa.

Il processo di produzione del calcestruzzo aerato autoclavato si articola in diverse fasi:

  • Preparazione della miscela: gli ingredienti vengono mescolati accuratamente e in proporzioni precise.
  • Espansione: la reazione tra polvere di alluminio e acqua crea idrogeno gassoso, che provoca l’espansione della miscela.
  • Taglio: una volta espanso, il materiale viene tagliato nei caratteristici blocchi o in pannelli di dimensioni predeterminate.
  • Autoclavatura: i blocchi vengono sottoposti a un trattamento in autoclave. Questo processo indurisce il materiale e ne migliora le proprietà meccaniche.

Le proprietà fisiche del CAA

La struttura porosa del CAA conferisce al materiale leggerezza e bassa densità, senza tuttavia inficiarne la notevole resistenza alla compressione. Tra le altre proprietà principali del calcestruzzo aerato autoclavato vale la pena menzionare:

  • Incombustibilità: il CAA è classificato in Euroclasse A1, il più alto livello di resistenza al fuoco.
  • Elevato isolamento termico e acustico: la struttura a celle chiuse limita la conduzione di calore e attenua i rumori.
  • Resistenza all’umidità: il materiale è naturalmente traspirante, e dunque riduce il rischio di accumulo di condensa e muffe.
  • Durabilità: il CAA è resistente agli agenti atmosferici, ai cicli di gelo e disgelo e alla corrosione.

In virtù delle qualità tecniche del calcestruzzo aerato autoclavato, è facile immaginare gli oggettivi vantaggi associati al suo impiego in molteplici contesti costruttivi. Il suo peso ridotto semplifica la movimentazione e riduce i carichi sulle strutture portanti, facilitando la progettazione di edifici complessi, mentre l’elevato isolamento termico contribuisce a ridurre i consumi energetici per il riscaldamento e il raffrescamento degli ambienti, favorendo edifici più sostenibili. Al contempo, il CAA vanta anche un ottimale isolamento acustico, ideale per garantire un comfort abitativo superiore e l’efficace riduzione dei rumori esterni nei contesti urbani. Infine, non va dimenticato l’importante aspetto della flessibilità progettuale: disponibile in diverse forme e dimensioni, il CAA si adatta a un’ampia gamma di applicazioni, dalle murature portanti alle tramezze divisorie.

Quelli sopraelencati sono soltanto alcuni degli svariati benefit che rendono questo materiale una soluzione innovativa per l’edilizia moderna, testimoniata dalla sua crescente diffusione – che ne conferma il valore come soluzione indispensabile per le costruzioni del futuro.

Il comportamento al fuoco del calcestruzzo aerato autoclavato

Abbiamo assodato come la sicurezza antincendio rappresenti, per ovvie ragioni, una priorità assoluta nella progettazione degli edifici residenziali, commerciali e industriali. In tal senso, il CAA si distingue come uno dei materiali più performanti grazie alle sue proprietà intrinseche, che garantiscono un elevato livello di protezione dal fuoco e contribuiscono a salvaguardare sia le strutture che le persone che vi risiedono.

Cominciamo col ribadire che il calcestruzzo aerato autoclavato è classificato in Euroclasse A1, il livello più elevato nella scala europea per la reazione al fuoco. Questa classificazione indica che il materiale è incombustibile e non contribuisce allo sviluppo di incendi né alla propagazione delle fiamme. La normativa europea (EN 13501-1 – Classificazione al fuoco dei prodotti e degli elementi da costruzione) definisce questa classe come riservata ai materiali che, anche sottoposti a temperature elevate, non rilasciano calore, fumi o particelle incandescenti.

Inoltre, tra le proprietà più apprezzate del CAA vi è la capacità di mantenere le proprie caratteristiche strutturali anche quando è esposto a temperature estreme. In pratica, durante un incendio, il materiale:

  • Non subisce deformazioni significative: la struttura porosa e compatta del calcestruzzo aerato autoclavato riduce il rischio di cedimenti o collassi delle strutture.
  • Protegge gli elementi strutturali: negli edifici in cui il CAA è utilizzato come elemento portante o di rivestimento, esso offre una barriera efficace contro la diffusione del calore.

Test condotti su blocchi in calcestruzzo aerato autoclavato hanno dimostrato che il materiale è in grado di resistere per oltre quattro ore a temperature superiori a 1.000°C, garantendo un tempo sufficiente per l’evacuazione e l’intervento dei soccorsi. In più, anche in caso di incendi attivi da diverse ore, la penetrazione del calore nel materiale è talmente bassa che la “faccia” esposta al fuoco supera appena i 60°C. Siamo quindi di fronte a prestazioni veramente notevoli, che possono fare la differenza sia nella tutela di persone e cose che nella protezione di materiali pericolosi (ad esempio perché esplosivi). 

Infine, sottolineiamo che un ulteriore vantaggio del CAA rispetto ad altri materiali è la totale assenza di emissione di gas tossici o fumi pericolosi durante l’esposizione al fuoco. La composizione naturale del CAA, priva di composti organici, impedisce il rilascio di sostanze nocive che potrebbero mettere a rischio la salute degli occupanti o complicare l’intervento dei vigili del fuoco. Questo aspetto è cruciale, poiché molti materiali da costruzione rilasciano fumi densi e tossici che rappresentano una delle principali cause di decessi durante gli incendi. Al contrario, il CAA si posiziona come una scelta sicura e sostenibile, che contribuisce a migliorare la protezione delle persone e dell’ambiente.

Normative e certificazioni relative alla resistenza al fuoco

La sicurezza al fuoco negli edifici è regolamentata da un insieme di normative rigorose, sia a livello italiano che europeo, che definiscono requisiti specifici per i materiali da costruzione. Il calcestruzzo aerato autoclavato (CAA), grazie alle sue eccellenti proprietà di resistenza al fuoco, risponde pienamente a queste normative, offrendo al contempo numerosi vantaggi in termini di progettazione sicura ed efficiente.

In Europa, la classificazione e i requisiti di resistenza al fuoco dei materiali da costruzione sono regolati dalla già citata norma EN 13501-1, che stabilisce le Euroclassi per i materiali in base alla loro reazione al fuoco. In Italia, il principale riferimento normativo è il Decreto Ministeriale 3 agosto 2015, noto anche come “Codice di prevenzione incendi“, che definisce criteri generali per la progettazione, realizzazione e manutenzione delle strutture edilizie.

Il CAA soddisfa pienamente tutti i requisiti di sicurezza, garantendo una resistenza al fuoco che può superare le quattro ore, come indicato nei test standardizzati: per tale ragione, i blocchi di calcestruzzo aerato autoclavato possono essere utilizzati per realizzare murature esterne, murature massicce monostrato e pareti tagliafuoco, ossia le cosiddette murature REI.

Per garantire la conformità alle normative vigenti, i prodotti in CAA sono inoltre sottoposti a test rigorosi e certificati da enti accreditati. Tra le attestazioni figurano la certificazione CE, obbligatoria per tutti i prodotti da costruzione immessi sul mercato europeo, che conferma che il materiale soddisfa i requisiti essenziali di sicurezza definiti dal Regolamento Prodotti da Costruzione (CPR 305/2011), e i certificati REI, ottenuti attraverso test che misurano il tempo in cui la muratura mantiene le proprietà portanti, di tenuta e isolamento sotto l’azione del fuoco.

Oltre ad attestare la qualità e la sicurezza dei prodotti, queste certificazioni forniscono importanti indicazioni pratiche per i progettisti e i costruttori. Ad esempio, i blocchi in CAA certificati possono essere utilizzati in edifici ad alto rischio di incendio, come ospedali, scuole o strutture industriali, sempre con la garanzia del rispetto delle normative e della protezione degli occupanti.

Grazie alle sue formidabili caratteristiche tecniche, a normative stringenti e a certificazioni affidabili, il CAA si conferma dunque un materiale che non solo soddisfa, ma spesso supera i requisiti di resistenza al fuoco richiesti. Per tale ragione, è una scelta privilegiata per progettisti e costruttori che desiderano coniugare sicurezza, efficienza e sostenibilità nelle loro opere edilizie.

Esperti nella posa di murature in calcestruzzo aerato autoclavato

CUBO è l’interlocutore esperto e affidabile nella posa di murature in blocchi di calcestruzzo cellulare/aerato autoclavato che, rinforzate con irrigidimenti per garantire la conformità a normative antisismiche, si rivelano adatte a contesti residenziali, urbani, commerciali e industriali.

Tra le specializzazioni di CUBO figura la realizzazione di pareti tagliafuoco REI, con classi di resistenza al fuoco che vanno da 10 a 360 minuti. Le pareti REI garantiscono resistenza meccanica (R), ermeticità (E) e isolamento termico (I), proteggendo dall’azione di fiamme, gas e calore: sistemi costruttivi che vanno interpretati come misura essenziale di sicurezza passiva in ambito antincendio, prevenendo la propagazione di incendi e assicurando elevati standard di protezione.

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Le differenze nell’approccio

Come è noto, la muratura in blocchi è considerata una delle soluzioni costruttive più versatili e performanti, adatta sia per contesti residenziali che industriali. Grazie alla sua capacità di coniugare resistenza strutturale, isolamento termico e acustico, velocità di posa e sostenibilità, è diventata un pilastro fondamentale dell’edilizia moderna.

A seguire, esploreremo le differenze di approccio alla muratura in blocchi nei due principali ambiti di applicazione, residenziale e industriale, mettendo in luce l’importanza di una progettazione accurata e certificata a garanzia di elevati standard di qualità, sicurezza e durabilità nel tempo.

Capire le esigenze progettuali nei contesti residenziali e industriali

La flessibilità applicativa è al cuore della muratura in blocchi, come ampiamente evidenziato nei vari capitoli del nostro manuale digitale dedicato proprio a questa soluzione costruttiva. Ciò significa che essa si adatta a molteplici contesti e risponde a esigenze specifiche che variano a seconda che il progetto sia residenziale o industriale. Ogni ambito richiede ovviamente un approccio mirato per garantire funzionalità, sicurezza e durabilità, senza trascurare gli aspetti estetici e normativi dell’opera.

Nel settore residenziale, le priorità progettuali sono in genere strettamente connesse al benessere abitativo, alla sicurezza e all’armonia estetica rispetto al contesto circostante:

  • Estetica e integrazione architettonica: le murature devono integrarsi con il design complessivo dell’edificio, sia per progetti moderni che tradizionali, al fine di realizzare soluzioni armoniose, coerenti e visivamente accattivanti.
  • Comfort abitativo: un eccellente isolamento termico e acustico è essenziale per creare spazi interni confortevoli, protetti e sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico. In tal senso, i blocchi di laterizio POROTON® o di calcestruzzo aerato autoclavato offrono altissime prestazioni ed elevata affidabilità.
  • Sicurezza antisismica e antincendio: anche negli ambienti residenziali, la protezione contro il rischio di incendi è cruciale, e può essere ottenuta con la costruzione mirata di murature in blocchi certificati REI, che garantiscono resistenza al fuoco e piena conformità normativa. Per quanto riguarda la tutela in caso di sisma, il CAA è un’opzione ottimale (previa realizzazione di murature opportunamente rinforzate).

Per quanto riguarda invece l’ambito industriale, le priorità delle murature in blocchi dovranno necessariamente orientarsi su fattori quali resistenza, funzionalità e velocità di esecuzione:

  • Resistenza strutturale: le murature devono sostenere carichi elevati e garantire stabilità anche in edifici di grande altezza, come magazzini o capannoni. In tal senso, il predimensionamento ingegneristico offerto da CUBO assicura soluzioni progettuali sicure e performanti anche per progetti complessi.
  • Funzionalità operativa: l’organizzazione interna di uno spazio industriale richiede compartimentazione efficace, velocità di posa e materiali modulari per garantire una costruzione rapida e ottimizzata. Processi rapidi ed efficienti permettono infatti di ridurre al minimo i fermi-attività e massimizzano l’investimento aziendale.
  • Durabilità: gli ambienti industriali, spesso soggetti a sollecitazioni meccaniche e chimiche anche gravose, necessitano per forza di cose di materiali ad alte prestazioni per garantire una lunga durata nel tempo associata a ridotti – e sostenibili – interventi di manutenzione.

Sia in ambito residenziale che industriale, la scelta dei materiali e delle tecniche costruttive più appropriate deve comunque rispondere sempre ai più elevati standard di qualità e sicurezzache CUBO garantisce grazie alla propria competenza ed esperienza in innumerevoli progetti di successo.

Materiali e soluzioni per murature in blocchi performanti

La selezione del materiale più appropriato è un elemento cruciale per garantire prestazioni ottimali nelle murature in blocchi, sia in ambito residenziale che industriale. Ogni sistema costruttivo vanta infatti caratteristiche che rispondono a esigenze specifiche di estetica, isolamento, resistenza e sostenibilità.

CUBO utilizza esclusivamente materiali e soluzioni all’avanguardia (come la nostra staffa telescopica CUBO M15, certificata dal Politecnico di Milano) e tecniche progettuali avanzate, come il Building Information Modeling (BIM), per garantire risultati eccellenti e personalizzati.

Murature in blocchi di cemento o cemento alleggerito

Le murature in blocchi di cemento e cemento alleggerito sono una soluzione versatile e funzionale, particolarmente indicata per progetti industriali e commerciali, ma adatta anche al residenziale.

In ambito industriale, i blocchi di cemento alleggerito sono perfetti per realizzare compartimentazioni antincendio grazie alle certificazioni REI. Offrono robustezza e resistenza, fondamentali per strutture che devono sopportare carichi elevati o garantire la sicurezza operativa in ambienti intensamente utilizzati.

Per il settore residenziale, il cemento alleggerito è spesso impiegato in murature facciavista o da intonaco, grazie alla sua capacità di unire funzionalità e valore estetico. Questa soluzione consente di ottenere superfici uniformi e di facile personalizzazione, ideali per progetti che richiedono un’elevata attenzione al dettaglio architettonico.

Murature in laterizio

Il laterizio è un materiale sempre attuale scelto per la sua capacità di combinare estetica e ottime performance tecniche. Nei contesti residenziali, è ideale per realizzare murature portanti, di tamponamento o divisorie. Le sue proprietà tecniche offrono infatti solidità e un eccellente isolamento termico e acustico, con un concreto contributo al comfort abitativo.

CUBO utilizza sistemi POROTON® monostrato o pluristrato per garantire soluzioni innovative che rispettano i più alti standard di qualità. Realizzati con tecnologie avanzate e altamente performanti, questi blocchi assicurano resistenza e leggerezza, oltre a un’elevata efficienza energetica, dimostrandosi una scelta ideale anche per progetti orientati all’edilizia sostenibile.

Murature in calcestruzzo aerato autoclavato

Il calcestruzzo cellulare aerato autoclavato è una soluzione ecologica e leggera, perfetta sia per il comparto residenziale che industriale. Grazie alle sue eccellenti proprietà isolanti e alla resistenza al fuoco, questo materiale è ideale per realizzare pareti che garantiscono sicurezza e comfort.

Le murature in calcestruzzo aerato autoclavato sono indicate per la compartimentazione degli spazi, e contribuiscono al risparmio energetico riducendo l’impatto ambientale. La facilità di posa dei blocchi rende questo sistema costruttivo una scelta pratica per progetti che richiedono rapidità di esecuzione senza alcun compromesso sulla qualità.

Per tutte queste soluzioni, ricordiamo che la progettazione BIM è un elemento distintivo dell’approccio di CUBO alla realizzazione delle murature. Questa tecnologia permette di simulare, ottimizzare e coordinare ogni dettaglio del progetto, riducendo i margini di errore in cantiere e migliorando l’efficienza complessiva dei processi.

L’importanza del predimensionamento ingegneristico e dei calcoli certificati

In CUBO, consideriamo il predimensionamento ingegneristico un elemento fondamentale nella progettazione di murature in blocchi che garantiscano sicurezza, stabilità e affidabilità sia nei contesti residenziali che industriali. Grazie a un’approfondita analisi preliminare e alla redazione di relazioni di calcolo certificato, CUBO offre soluzioni che rispettano i più alti standard normativi e progettuali.

Il predimensionamento permette di valutare con precisione i carichi e le sollecitazioni a cui le murature saranno sottoposte, garantendo strutture solide e durature anche in caso di grandi altezze. Ogni progetto è accompagnato da una relazione di calcolo certificato, un documento ufficiale essenziale per la conformità alle normative edilizie e per la validazione del progetto presso gli uffici comunali. Unita alla competenza tecnica di CUBO, questa fase di analisi assicura l’elevata qualità del lavoro svolto e permette anche di pianificare con chiarezza i costi e i tempi di esecuzione, migliorando l’intero iter costruttivo.

I benefici per il committente sono molteplici:

  • Progettazione affidabile, basata su calcoli accurati e verificati.
  • Maggiore trasparenza, grazie alla stima precisa dei costi e alla riduzione del rischio di imprevisti.
  • Certezza del rispetto delle normative, fondamentale per ottenere autorizzazioni e certificazioni.

Il predimensionamento ingegneristico delle murature trova applicazioni specifiche nei due principali ambiti edilizi che stiamo analizzando. Nel segmento residenziale, l’ottimizzazione strutturale consente di realizzare murature sicure e performanti senza sacrificare l’estetica, in un approccio particolarmente utile per edifici complessi, come ville unifamiliari o condomini di design. Nel comparto industriale, il predimensionamento è indispensabile per garantire la stabilità di strutture di grande volume, come magazzini o capannoni. La certificazione dei calcoli aggiunge un ulteriore livello di sicurezza e affidabilità, soddisfacendo le più stringenti esigenze di funzionalità e durata.

Progettazione e gestione del cantiere: l’approccio integrato di CUBO

La realizzazione di murature performanti non si limita alla scelta dei materiali o alla posa in opera: una gestione efficace del cantiere e una progettazione accurata sono anch’esse fondamentali per garantire il successo di ogni progetto. L’approccio integrato di CUBO, basato su un modello operativo chiavi in mano e sull’utilizzo del Building Information Modeling (BIM), permette di ottimizzare ogni fase del lavoro, offrendo qualità e precisione sia in contesti residenziali che commerciali o industriali.

L’organizzazione operativa di CUBO è strutturata per interfacciarsi con ogni aspetto del processo costruttivo. Dalla pianificazione iniziale al completamento dei lavori, la nostra azienda coordina le maestranze, supervisiona le attività in cantiere e si occupa della logistica dei materiali. Questo approccio garantisce un flusso di lavoro fluido e privo di interruzioni grazie all’accurata gestione delle risorse; la disponibilità di materiali di alta qualità selezionati in base alle esigenze del progetto; e un controllo tecnico continuo a garanzia che ogni dettaglio rispetti le specifiche progettuali.

Sia in ambito residenziale che industriale, CUBO è il partner ideale per chi cerca qualità in opera e soluzioni progettuali d’eccellenza: contatta i nostri esperti per ricevere una consulenza specializzata sul tuo progetto.

Quello dell’edilizia è un settore dinamico e in continua evoluzione, spinto dall’esigenza di migliorare le prestazioni strutturali dei manufatti e di ridurre, contestualmente, i costi di manutenzione senza inficiare gli appropriati standard di sicurezza e durabilità. L’innovazione tecnologica gioca un ruolo cruciale in questo processo, poiché offre l’opportunità di sviluppare soluzioni sempre più avanzate per rispondere alle crescenti sfide progettuali e operative.

La staffa telescopica CUBO M15 rientra tra queste innovazioni: parte del continuo percorso di Ricerca e Sviluppo condotto da CUBO fin dalla sua fondazione, è stata ideata per ottimizzare il fissaggio delle murature e garantire una maggiore flessibilità strutturale. Questa soluzione tecnologica si distingue non solo per le esclusive caratteristiche tecniche, ma anche per l’affidabilità certificata grazie ai rigorosi test condotti dal Politecnico di Milano, uno dei principali centri di eccellenza accademica e di ricerca in Italia.

Frutto della collaborazione tra CUBO e il prestigioso ateneo, la staffa telescopica CUBO M15 unisce l’ingegneria avanzata alla solidità dei materiali, offrendo una risposta concreta alle esigenze di progettisti e costruttori che desiderano ottenere prestazioni elevate e piena conformità normativa. Utilizzato in fase di costruzione delle murature per l’ancoraggio laterale o in sommità delle pareti in blocchi di calcestruzzo, il sistema permette infatti lo svincolo tra le pareti e il movimento delle strutture portanti, sia posate in opera che prefabbricate, abbattendo il rischio di inestetismi o deterioramenti delle pareti facciavista nel corso del tempo.

Applicazioni e specifiche tecniche della staffa telescopica CUBO M15

Le possibili applicazioni della staffa telescopica CUBO M15 sono due: con aggancio in sommità oppure laterale.

  • Con aggancio in sommità: il sistema è composto da un doppio tubolare che consente lo scorrimento verticale dell’elemento orizzontale superiore senza che alcun carico verticale venga trasferito alla muratura sottostante. Il tubolare esterno (TE) viene fissato al solaio, mentre il tubolare interno (TI) viene integrato nel getto in calcestruzzo armato dell’irrigidimento eseguito all’interno della muratura. In questo caso, la staffa opera come elemento metallico telescopico di collegamento di murature in blocchi a elementi di solaio orizzontali, quali ad esempio le travi.
  • Con aggancio laterale: il sistema è composto da un doppio tubolare che garantisce lo scorrimento verticale dell’elemento portante laterale. Il tubolare esterno (TE) viene imbullonato alla staffa ad L (SL), che viene a sua volta vincolata all’elemento portante laterale, mentre il tubolare interno (TI) è annegato nel getto in calcestruzzo armato dell’irrigidimento verticale realizzato all’interno della muratura. In questo secondo caso, la staffa opera come elemento metallico telescopico di collegamento di murature in blocchi a elementi strutturali verticali, quali ad esempio i pilastri.

Relativamente alle specifiche tecniche della staffa telescopica, le principali includono:

  • Realizzata in acciaio zincato in via elettrolitica
  • Scorrimento verticale massimo consentito: 4 cm
  • Dimensione tubolare 50 x 50 mm
  • Valore medio carico di rottura 21 kN

Particolare ancora più interessante, il sistema non è soltanto brevettato, ma – come indicato in precedenza – testato nei laboratori del Politecnico di Milano, con il quale CUBO ha collaborato per questa innovazione.

Staffa telescopica CUBO M15: i test condotti dal Politecnico di Milano

Per la staffa telescopica CUBO M15, il prestigioso Politecnico di Milano ha condotto nel 2020 una valutazione della resistenza di calcolo e prodotto una relazione intitolata “Determinazione della resistenza di connettori per pareti in blocchi di calcestruzzo vibrocompattato”.

I test sono stati condotti presso il Laboratorio Prove Materiali del Dipartimento di Ingegneria Strutturale dell’ateneo, su provini realizzati e forniti da CUBO al fine di valutarne la massima resistenza al taglio.

A seguire, i risultati delle prove di trazione in termini di carico di rottura F e spostamento in corrispondenza del carico di rottura, confermate dal certificato ufficiale di prova del sistema (Certificato di prova N° 2019/3056):

Questi parametri dimostrano che la staffa telescopica CUBO M15 ha una resistenza ben definita e che i risultati delle prove rispettano gli opportuni requisiti normativi.

Per quanto riguarda invece la procedura di calcolo, il valore caratteristico della resistenza è stato determinato mediate prove su un numero adeguato di campioni, nel caso specifico quindici. Una volta individuato tale valore caratteristico, esso è stato corretto dividendo per un coefficiente parziale (γM), come richiesto dalle normative (il calcolo ha seguito il Decreto Ministeriale del 17/01/2018, che aggiorna le Norme Tecniche per le Costruzioni, e l’Eurocodice O, la cui metodologia operativa è indicata nell’appendice D della norma UNI EN 1990:2006riferita ai criteri generali diprogettazione strutturale).

I risultati dei test condotti dal Politecnico di Milano hanno riscontrato che il valore di progetto della forza di rottura per il caso analizzato è 14.88 kN, un dato che rispetta i requisiti di sicurezza strutturale per le applicazioni previste.

Sicurezza certificata e prestazioni d’eccellenza per l’edilizia moderna

L’esito delle prove svolte dal PoliMI ribadisce dunque l’affidabilità e la sicurezza della staffa telescopica CUBO M15, confermandola come soluzione innovativa e altamente performante per l’edilizia. La forza di rottura progettuale calcolata, pari a 14.88 kN, dimostra infatti la capacità della staffa di resistere a carichi elevati, a garanzia di un margine di sicurezza significativo rispetto alla media dei valori caratteristici ottenuti dai test, che si attesta a 21.08 kN. Tale risultato è stato ottenuto applicando un metodo di calcolo rigoroso e conforme alle normative tecniche vigenti, al fine di offrire la certezza che il prodotto rispetti gli standard di sicurezza richiesti.

Un altro aspetto particolarmente rilevante è l’uniformità delle prestazioni riscontrata nei campioni analizzati. Il coefficiente di variazione (VX=0.06404VX = 0.06404VX=0.06404) è molto basso, a indicare una qualità costante e una ripetibilità delle caratteristiche tecniche della staffa. Tale dato offre una garanzia fondamentale per progettisti e costruttori, che possono così fare affidamento su un prodotto stabile e prevedibile nelle sue prestazioni.

Oltre alla sicurezza strutturale, i test condotti certificano anche la conformità della staffa telescopica CUBO M15 alle più stringenti normative di settore. La collaborazione con il Politecnico di Milano, uno dei centri di eccellenza più rinomati in ambito ingegneristico, non solo ne certifica l’affidabilità, ma offre anche un ulteriore elemento distintivo che ne valorizza l’applicazione in contesti costruttivi di alta qualità.

Infine, i risultati sottolineano i vantaggi pratici del sistema, come la capacità di adattarsi a carichi importanti senza compromettere l’integrità delle murature. Tali caratteristiche fanno della staffa telescopica CUBO M15 una soluzione innovativa e certificata per murature in blocchi di calcestruzzo, nonché una scelta ideale per progetti di edilizia che richiedono estetica, durabilità e sicurezza strutturale.

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Il progetto esecutivo è uno strumento essenziale per garantire che le opere in muratura rispettino gli standard di qualità, durabilità e sicurezza richiesti in ogni ambito costruttivo, sia esso residenziale, commerciale o industriale. Oltre a definire i materiali e le tecniche da utilizzare, tale documentazione prevede infatti anche una pianificazione accurata di ogni fase del lavoro, dalla progettazione iniziale fino alla posa in opera e alle certificazioni finali.

L’adeguata e appropriata gestione di ciascuna di queste fasi è indispensabile per assicurare che la muratura costruita rispetti le opportune specifiche tecniche e normative, dimostrandosi una struttura solida, sicura e duratura nel tempo.

Cos’è il progetto esecutivo della muratura in blocchi e quali sono i suoi obiettivi

Il progetto esecutivo della muratura in blocchi è un documento tecnico che descrive in dettaglio tutte le fasi e le modalità di realizzazione di una muratura utilizzando blocchi prefabbricati, come blocchi di cemento, laterizio o calcestruzzo aerato autoclavato. Tale documentazione è essenziale per trasformare il progetto architettonico in un piano concreto e realizzabile, e rappresenta il passaggio successivo ai progetti preliminare e definitivo.

Gli obiettivi del progetto esecutivo della muratura in blocchi sono molteplici:

  • Definizione dei materiali: il progetto esecutivo specifica le tipologie di blocco che verranno utilizzate in funzione delle esigenze strutturali, termiche, acustiche ed estetiche dell’edificio. Come è noto, ogni soluzione ha infatti caratteristiche uniche che influenzano la resistenza, l’isolamento e l’efficienza energetica del manufatto.
  • Indicazioni della modalità di posa: dettaglia il modo in cui i blocchi dovranno essere posati, considerando spessori, tecniche di giunzione, modalità di ancoraggio e utilizzo di eventuali elementi accessori – come malte speciali o sistemi di isolamento.
  • Disegni tecnici dettagliati: include planimetrie e sezioni esecutive che illustrano la disposizione dei blocchi, le aperture per finestre e porte, e le eventuali soluzioni per angoli o giunti di dilatazione.
  • Coordinamento delle fasi di costruzione: pianifica le tempistiche di ogni fase del cantiere, dalla preparazione del suolo alla posa in opera, fino ai controlli qualità finali. Tale approccio consente di ottimizzare la logistica di cantiere e di coordinare correttamente le squadre di lavoro.
  • Conformità normativa: il progetto esecutivo garantisce che l’opera rispetti le normative vigenti in materia di sicurezza, isolamento termico e acustico, resistenza al fuoco (nel caso delle murature REI) e sostenibilità ambientale.
  • Verifiche e certificazioni: il documento prevede infine le modalità di verifica da attuare durante e dopo la costruzione dell’opera, con rilascio di certificazioni di corretta posa e conformità ai requisiti tecnici.

In sintesi, il progetto esecutivo della muratura in blocchi può essere definito come un documento guida che traduce il progetto architettonico in indicazioni pratiche e precise per la sua corretta esecuzione.

L’analisi preliminare del progetto

Dalla valutazione del contesto alla scelta delle soluzioni costruttive

L’analisi preliminare è, essenzialmente, il primo step per un’adeguata stesura di qualunque progetto esecutivo.

Tale fase prevede prima di tutto la valutazione delle condizioni specifiche del cantiere, comprese le caratteristiche ambientali, topografiche e normative del luogo di costruzione. In particolare, è importante comprendere la destinazione d’uso dell’edificio: nel caso di un immobile residenziale, bisognerà ad esempio individuare soluzioni che bilancino estetica e buon isolamento termoacustico; nel caso di un edificio commerciale o industriale, le priorità includeranno invece la resistenza meccanica, la durabilità e la sicurezza strutturale, con possibile esigenza di materiali particolari e tecniche costruttive specifiche.

Analizzato il cantiere, si procede alla scelta dei materiali per la muratura in blocchi che, come è noto, rientra tra le decisioni più cruciali in virtù della sua influenza sulle performance complessive dell’opera. Bisognerà pertanto valutare se la soluzione più adeguata sia il blocco in cemento alleggerito (molto adatto, ad esempio, alle murature REI o facciavista), il POROTON® (noto laterizio per la realizzazione di murature portanti o strutturali, sia monostrato che pluristrato), oppure il calcestruzzo aerato autoclavato (il miglior candidato per progetti che prestano particolare attenzione all’aspetto della sostenibilità ambientale).

Durante la fase di progettazione, vengono attentamente esaminate anche le soluzioni costruttive più adatte, tenendo conto delle indicazioni fornite dal progetto architettonico e strutturale. Tra gli aspetti chiave da valutare figurano:

  • La compatibilità tra il progetto architettonico nel complesso e le strutture in muratura ipotizzate.
  • Le tecniche di posa, non solo in termini di disposizione dei blocchi ma anche, ad esempio, di previsione di eventuali ampliamenti, modifiche o aperture.
  • La personalizzazione delle soluzioni in base alle esigenze del committente e alle caratteristiche strutturali del sito costruttivo.

Lo sviluppo del progetto esecutivo della muratura in blocchi

Successivamente all’analisi preliminare, si procede allo sviluppo del progetto esecutivo della muratura in blocchi: esso comprende innanzitutto la progettazione tecnica, essenziale a garantire che l’opera sia realizzata a regola d’arte.

In questa fase, vengono quindi definiti in modo approfondito tutti gli aspetti chiave della struttura, con particolare attenzione a:

  • Dimensionamento e specifiche tecniche: poiché è essenziale che ogni elemento della muratura venga dimensionato correttamente in base ai requisiti di carico e stabilità. Le specifiche tecniche definiscono i materiali e le modalità di posa, assicurando che ogni componente contribuisca alla resistenza complessiva della struttura.
  • Calcoli strutturali e verifiche normative: i calcoli strutturali sono necessari per valutare la capacità portante della muratura e la sua conformità con le normative vigenti, come quelle indicate nell’Eurocodice 6 (UNI EN 1996-1-1:2022) per le strutture in muratura. Questa fase consente anche di escludere la necessità di modifiche strutturali durante l’esecuzione, riducendo il rischio di errori e costi aggiuntivi​.
  • Cooperazione tra i vari specialisti coinvolti: una corretta progettazione tecnica richiede sempre la collaborazione tra architetti e ingegneri, al fine di garantire che il progetto rispetti sia le esigenze estetiche che le specifiche strutturali previste o desiderate. Questa fase assicura dunque che gli aspetti estetici si integrino perfettamente con la stabilità e la sicurezza della struttura.

Andranno poi realizzati i disegni esecutivi, che possono essere considerati la guida visiva per la realizzazione della muratura e svolgono un ruolo fondamentale nella sua pianificazione. I disegni includono:

  • Piante, prospetti e sezioni: forniscono una visione completa della disposizione delle murature, delle aperture per porte e finestre e delle giunzioni critiche. Le sezioni mostrano anche i dettagli interni della struttura, aiutando a coordinare le connessioni tra i diversi elementi​.
  • Dettagli costruttivi: sono disegni di dettaglio che illustrano le tecniche di assemblaggio per punti critici come giunti di dilatazione, aperture e angoli. Hanno lo scopo di fornire istruzioni chiare per la fase di posa, riducendo al minimo le incertezze durante l’esecuzione della muratura.

Soltanto successivamente alla stesura di questa complessa e articolata documentazione si procederà alle fasi più “pratiche” della realizzazione: preparazione del cantiere, costruzione della muratura in blocchi, verifica finale, certificazione della posa e gestione documentale per garantire la tracciabilità dei materiali e la conformità alle normative vigenti.

In definitiva, il progetto esecutivo della muratura in blocchi è da considerarsi un documento tecnico di fondamentale importanza per la realizzazione di un’opera edilizia di qualità. Oltre a garantire che ogni fase del progetto venga pianificata in modo dettagliato, esso assicura infatti che tutte le specifiche tecniche, dai materiali alle modalità di posa, vengano definite a monte con assoluta precisione, minimizzando il rischio di errori in cantiere.

Seguendo tali linee guida, sarà possibile realizzare murature solide, durevoli e conformi alle normative, garantendo al tempo stesso un’efficienza costruttiva che rispetti i tempi e i costi previsti.

Per scoprire di più sulle murature in blocchi ti invitiamo a scoprire il nostro manuale digitale sull’argomento, una risorsa esaustiva e interessante che approfondisce la tematica per offrirne una panoramica completa.

Leader nella progettazione esecutiva e realizzazione delle murature in blocchi

Fondata nel 2010, Cubo si avvale di oltre trent’anni di esperienza nella posa di murature in blocchi e pavimentazioni esterne per molteplici applicazioni, dai contesti residenziali a quelli industriali. Grazie a un approccio chiavi in mano, Cubo gestisce ogni fase del progetto, dalla scelta e approvvigionamento dei materiali fino alla supervisione tecnica del cantiere e alla certificazione della posa, assicurando sempre il rispetto delle specifiche progettuali e delle normative.

La presa in carico del progetto esecutivo delle murature in blocchi permette a Cubo di offrire soluzioni ottimali per ogni tipologia di edificio, sia esso residenziale, commerciale o industriale, assicurando risultati di alta qualità e piena soddisfazione del committente.

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I Criteri Ambientali Minimi (CAM) sono requisiti ecologici stabiliti dal Ministero dell’Ambiente per guidare le Pubbliche Amministrazioni verso acquisti più sostenibili. In termini pratici, si tratta di norme che prendono in considerazione l’intero ciclo di vita di un prodotto o servizio, inclusi smaltimento e trasparenza della filiera produttiva.

In Italia, l’efficacia dei CAM è garantita dalla Legge 221/2015 e dal D.lgs. 50/2016, che obbligano gli appaltanti a includere specifiche tecniche e clausole contrattuali basate sui criteri ambientali minimi in tutti i bandi, indipendentemente dal valore dell’appalto.

Ogni CAM è progettato per essere applicato a specifiche categorie merceologiche e include normative di riferimento, procedure di gara, criteri di selezione e metodi di verifica a garanzia della conformità ai requisiti ambientali.

Gli obiettivi principali dei CAM

I CAM non solo puntano a ridurre l’impatto ambientale nel suo complesso, ma anche a promuovere modelli di consumo più sostenibili, contribuendo alla razionalizzazione dei costi della Pubblica Amministrazione. I loro obiettivi fondamentali possono quindi essere sintetizzati in quattro punti chiave:

  • Promuovere la sostenibilità: i criteri ambientali minimi hanno lo scopo di favorire l’acquisto di beni e servizi che rispettano elevati standard ecologici, e dunque di coadiuvare un utilizzo più responsabile delle risorse naturali.
  • Integrare aspetti ambientali nei processi di appalto: i CAM sono integrati nei documenti di gara e nelle procedure di aggiudicazione, di fatto rendendo obbligatori particolari criteri di sostenibilità per le offerte.
  • Favorire l’innovazione: l’applicazione dei criteri ambientali minimi incoraggia le aziende a sviluppare prodotti e servizi più innovativi e sostenibili, in modo che rispettino le normative ambientali.
  • Ridurre l’impatto sull’ambiente: ovviamente, i CAM hanno anche lo scopo di tutelare l’ambiente, riducendo l’inquinamento, il consumo di energia e la produzione di rifiuti.

Nozioni più estese rispetto ai criteri ambientali minimi sono disponibili a questa pagina pubblicata sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Qualche cenno sui CAM per l’Edilizia

Per comprendere l’importanza dei criteri ambientali minimi in relazione alle murature, è necessario offrire alcune delucidazioni più specifiche relative ai cosiddetti CAM per l’edilizia, introdotti con il D.M. 11 ottobre 2017 e progettati per ridurre l’impatto ambientale durante la costruzione, ristrutturazione e manutenzione degli edifici.

Nell’ottica dei macro-obiettivi illustrati in precedenza, anche questi CAM (che si applicano a tutti gli interventi edili, come costruzioni, demolizioni, ristrutturazioni urbanistiche, sostituzioni, restauri e manutenzioni) puntano a ridurre l’impatto ambientale nel settore edilizio, in assoluto uno dei più inquinanti, promuovendo un’economia circolare attraverso la valutazione del ciclo di vita (LCA) degli edifici e incoraggiando l’adozione di metodologie di valutazione LCA per ottimizzare le soluzioni progettuali più sostenibili.

È importante ribadire che il concetto di “sostenibilità” non è qui inteso solo in termini di efficienza energetica, ma tocca anche aspetti ambientali, economici e sociali per minimizzare l’impatto complessivo degli edifici e utilizzare le risorse in maniera efficiente e circolare, dalle fasi di costruzione e gestione fino allo smaltimento o riciclo dei materiali.

I CAM Edilizia sono suddivisi in tre macro-categorie in base alla fase del contratto:

  1. Criteri per l’affidamento dei servizi di progettazione di interventi edilizi
  2. Criteri per l’affidamento dei lavori di costruzione
  3. Criteri per l’affidamento congiunto di progettazione e lavori

L’articolo 57 del D. Lgs. 36/2023 stabilisce che nella documentazione di progetto e di gara debbano sempre essere incluse le specifiche tecniche e le clausole contrattuali previste dai criteri ambientali minimi (i CAM sono quindi obbligatori). Tali criteri sono definiti per diverse categorie di appalti e concessioni e possono essere differenziati, se tecnicamente appropriato, in base al valore dell’appalto o della concessione.

La valutazione dei costi-benefici, tramite il metodo Life Cycle Costing (LCC), è fondamentale prima di avviare nuovi progetti. In particolare, dovrebbe essere esaminata la possibilità di recuperare edifici esistenti e di localizzare nuove costruzioni in aree già urbanizzate. Protocolli di sostenibilità come Breeam e Leed possono inoltre essere adottati per garantire che i progetti rispettino i CAM.

È anche opportuno precisare che, durante l’esecuzione, l’appaltatore dovrà attuare un sistema di gestione ambientale, dimostrando la conformità ai CAM tramite una relazione tecnica. L’appaltante potrà, per contro, applicare sanzioni in caso di obiettivi non raggiunti o violazioni dei diritti sociali.

Infine, i bandi di gara possono includere criteri premianti per incentivare proposte a basso impatto ambientale. La conformità alla norma ISO 14021 e le certificazioni EPD e ReMade in Italy attestano ad esempio il rispetto dei CAM e il contenuto di materiali riciclati, favorendo una maggiore possibilità di successo nelle gare d’appalto. Allo stesso modo, la progettazione in BIM riceve un punteggio aggiuntivo se incorpora dati ambientali, poiché consente di verificare il rispetto dei CAM confrontando i materiali utilizzati con quelli prescritti dalle specifiche tecniche.

I CAM applicati alle murature: una scelta evoluta e sostenibile

Come indicato sul sito web di ReMadeinItaly, le murature rientrano nella lista dei materiali da costruzione regolamentati dai Criteri Ambientali Minimi (CAM), che stabiliscono requisiti per garantire la sostenibilità ambientale nel settore edilizio. In particolare, i CAM richiedono che i materiali da costruzione, tra cui le murature, abbiano un impatto ridotto sull’ambiente e soddisfino caratteristiche quali l’uso di risorse riciclate e la riduzione delle emissioni nocive.

Ecco qualche specifica in più relativamente ai requisiti delle murature:

  • Contenuto di materiale riciclato: le murature in laterizi devono contenere almeno il 15% di materiale riciclato sul totale del peso di tutti i materiali utilizzati nell’opera, promuovendo così il recupero delle materie prime e la sostenibilità.
  • Limiti delle emissioni: i materiali utilizzati per le murature (come mattoni e blocchi) devono rispettare specifici limiti di emissioni inquinanti al fine di ridurre l’impatto sull’aria interna e l’ambiente durante il ciclo di vita dell’edificio.
  • Certificazioni: per dimostrare la conformità dei materiali da muratura ai CAM, questi devono essere accompagnati da certificazioni ambientali come la EPD (Dichiarazione Ambientale di Prodotto) o altre certificazioni equivalenti, come ReMade in Italy, che attestano il contenuto di materiale riciclato.
  • Provenienza dei materiali: i CAM promuovono l’uso di materiali da costruzione provenienti da una distanza massima di 150 km dal cantiere, ossia che riducono le emissioni legate al trasporto.

Le murature “sostenibili” offrono ovviamente diversi benefici oggettivi: riduzione dell’impatto ambientale durante la produzione e l’utilizzo, migliore isolamento termico e acustico che favorisce l’efficienza energetica degli edifici, e incentivi nelle gare d’appalto. Quest’ultimo punto si riferisce al fatto che i progetti che utilizzano murature conformi ai CAM possono beneficiare dei già citati punteggi premianti nei bandi pubblici.

Le pavimentazioni autobloccanti sono una specifica tipologia di pavimento per esterni composta da blocchi progettati per incastrarsi tra loro senza l’impiego di malta o adesivi. Realizzati generalmente in cemento, questi elementi possono avere diverse forme e dimensioni, e vengono posati secondo vari schemi (qui il nostro approfondimento in merito) in modo da costituire una superficie solida, durevole e sicura.

Le peculiarità che contraddistinguono le pavimentazioni autobloccanti sono svariate. Tra queste, le più determinanti includono:

  • Facilità di installazione: poiché i blocchi si incastrano tra loro senza necessità di malta o adesivi, la loro posa è relativamente semplice e veloce. È inoltre versatile: questi sistemi possono infatti essere installati anche su un letto di sabbia o ghiaia, in un sistema definito “a secco” perché le betonelle vengono semplicemente appoggiate su un fondo di materiale inerte accuratamente compattato.
  • Flessibilità: i blocchi autobloccanti sono disponibili nelle più svariate forme, dimensioni e colori. Tale flessibilità produttiva, abbinata agli innumerevoli schemi di posa possibili, li rende una soluzione ideale per il progettista che desidera beneficiare di massima libertà creativa, per esempio realizzando design personalizzati e motivi decorativi.
  • Robustezza e durabilità: le pavimentazioni autobloccanti sono molto resistenti e possono sopportare carichi anche piuttosto gravosi, un vantaggio che li rende adatti per pavimentare vialetti, parcheggi, piazze e altre aree pedonali o carrabili.
  • Semplicità di manutenzione: nell’eventualità di danni a uno o più blocchi, e laddove il rivestimento sia stato posato in modo corretto, è possibile sostituire rapidamente il singolo elemento senza intervenire su tutta la pavimentazione.
  • Drenaggio: esistono particolari tipologie di pavimentazioni autobloccanti (chiamate drenanti e filtranti) progettate per massimizzare il deflusso delle acque meteoriche, riducendo il rischio di allagamenti e contribuendo a una migliore gestione delle acque piovane.
  • Estetica: le pavimentazioni autobloccanti sono soluzioni molto gradevoli dal punto di vista estetico perché caratterizzate da un look pulito e minimalista, e possono inoltre imitare l’aspetto di materiali più pregiati come la pietra naturale o il mattone.

Le pavimentazioni autobloccanti possono essere installate nei contesti più diversi: vialetti e percorsi pedonali, parcheggi e aree di sosta, piazze e spazi pubblici in outdoor, aree residenziali e cortili e strade a viabilità leggera o media. Sono particolarmente indicate per aree a traffico pedonale e a traffico veicolare moderato, e possono essere utilizzate anche per una più efficace gestione delle acque piovane.

Va da sé che, al fine di garantire tutti i vantaggi finora elencati e assolvere al meglio le sue funzioni, la pavimentazione autobloccante deve essere posata a regola d’arte. La qualità della sua installazione influenza infatti non soltanto l’impatto estetico complessivo della superficie, ma anche la sua funzionalità, sicurezza e durata nel tempo.

Come avviene la posa a regola d’arte delle pavimentazioni autobloccanti

La tecnica di posa ideale per le pavimentazioni autobloccanti utilizza attrezzature specifiche e si compone di fasi sequenziali al fine di garantire velocità, precisione e un eccellente risultato finale. Una posa meccanica di qualità delle pavimentazioni autobloccanti deve infatti assicurare la realizzazione di una superficie ben allineata, livellata e stabile, con un corretto sistema di drenaggio e una rifinitura precisa.

La prima fase comporta la preparazione del sottofondo, che dovrà essere ben compattato e livellato per evitare movimenti dei blocchi e garantire una superficie stabile. Sarà anche opportuno realizzare un adeguato sistema di drenaggio per prevenire pericolosi accumuli d’acqua sotto la pavimentazione (la risetta, ad esempio, è un fine inerte che ben sia adatta alla funzione di strato di allettamento per i blocchi e, proprio in virtù della sua capacità drenante, rappresenta una buona alternativa alla sabbia). A questo scopo si utilizza in genere del geotessuto che, disteso sul sottofondo (o addirittura prima della stesura del sottofondo, casomai fosse necessario migliorare la ripartizione di carico di quest’ultimo), riduce il rischio di crescita di piante infestanti tra i blocchi.

È poi essenziale prestare massima attenzione all’uniformità dei blocchi, che devono essere posati in modo preciso, allineato e a distanza uniforme. Essi dovranno essere inoltre livellati per evitare dislivelli e irregolarità sulla superficie finita, che potrebbero generare problemi alla viabilità e inficiare la durata del manufatto.

Per ottemperare a quanto sopra, si utilizzano macchine specifiche – come le pavimentatrici, adatte alla posa di tutte le varietà di autobloccanti oggi disponibili in commercio e ideali anche per pavimentare aree medio-grandi – al fine di garantire una distribuzione uniforme e una posa precisa, e i compattatori verticali o a piastra vibrante per assicurare un’ottima compattazione e stabilità del sottofondo.

Nella fase successiva alla posa, è essenziale rifinire i giunti con sabbia o altro materiale appropriato per stabilizzare la pavimentazione, e rimuovere eventuali detriti e residui di materiali in modo che la superficie risulti pulita e uniforme.

La fase conclusiva della realizzazione di una pavimentazione autobloccante comporta la verifica visiva del manufatto per identificare eventuali anomalie e difetti, come blocchi non allineati o irregolarità, e l’impiego di strumenti di misura per accertare che le distanze tra i blocchi e i livelli siano pienamente conformi agli standard.

Infine, è sempre opportuno effettuare test di resistenza della pavimentazione al traffico e alle condizioni ambientali e verificare che il sistema non richieda interventi di manutenzione frequenti, ossia che le sue prestazioni siano effettivamente stabili nel tempo.

Quando una pavimentazione autobloccante non è realizzata correttamente

Quando una pavimentazione autobloccante non è realizzata correttamente, possono verificarsi diversi problemi che compromettono sia l’estetica sia la funzionalità della superficie.

Tra le criticità più comuni che è possibile riscontrare in questi casi figurano la presenza di irregolarità sulla superficie (che mostrerà dislivelli, avvallamenti, ondulazioni o aree rialzate, ma anche blocchi disallineati rispetto allo schema di posa), movimento e instabilità dei blocchi, presenza di crepe e fessurazioni tra i blocchi o sui blocchi stessi, accumuli d’acqua (risultato di un inadeguato drenaggio, che può generare anche erosione del sottofondo e quindi causare ulteriori problemi di instabilità), e difficoltà di manutenzione e riparazione.

Tra i “campanelli d’allarme” che potrebbero suggerire la posa non corretta di una pavimentazione autobloccante citiamo:

  • Rumori insoliti e vibrazioni durante l’uso della superficie, che potrebbero indicare un compattamento scorretto del sottofondo.
  • Alterazioni visive, che possono segnalare una posa inadeguata dei blocchi o, di nuovo, un compattamento non idoneo del letto.
  • Misurazioni errate in termini di allineamento e altezza dei blocchi.

L’importanza del sottofondo (ma non solo) nella posa dei pavimenti autobloccanti

Al fine di garantire una posa ottimale del pavimento autobloccante ed evitare pericolosi cedimenti, prestare particolare attenzione alla qualità del sottofondo è essenziale: questo elemento è infatti lo “strato” che si interpone tra blocchi e terreno e che funge da garante per un’adeguata e costante planarità del rivestimento, grazie alla sua capacità di distribuire il carico.

In genere, l’esecuzione a regola d’arte del sottofondo prevede che la rimozione di uno strato di terreno di circa 30 centimetri per poi sostituirlo con inerte stabilizzato: la granulometria di quest’ultimo tenderà a diminuire dal basso verso l’alto, ossia dal terreno (granulometria di 5-8 cm) al piano di posa dei blocchi (granulometria di 1 cm). L’inerte dovrà poi essere spianato, rullato e bagnato in modo che possa incrementare la propria compattezza.

Dopo aver completato il sottofondo, è essenziale fissare i bordi degli autobloccanti utilizzando opportuni cordoli, che potranno essere costituiti da profili in cemento o da piccoli muri in pietra o porfido.

La bordatura laterale ha lo scopo di mantenere il pavimento nella sua corretta posizione: poiché i blocchi sono solo appoggiati e non incollati, è infatti necessario un elemento di contenimento lungo il perimetro per assicurare che il pavimento rimanga ben ancorato.

Ricordiamo anche che, per circa due o tre mesi dopo l’installazione, la pavimentazione dovrebbe rimanere coperta di sabbia per un ottimale assestamento. La sabbia dovrebbe essere sparsa regolarmente sulla superficie per favorirne la distribuzione nelle fessure tra i blocchi.

È poi consigliabile applicare un diserbante un paio di volte all’anno per eliminare erbe infestanti e muschio, soprattutto nei lati a nord. Anche se il geotessuto riduce la crescita delle infestanti, non la elimina completamente. Infine, è assolutamente normale che il colore dell’autobloccante schiarisca con il tempo. Tale variazione, che può essere compresa tra l’1% e il 3%, è infatti una caratteristica tipica di questo tipo di pavimentazione.

CUBO è specializzata nella progettazione architettonica e strutturale e nella posa a regola d’arte di pavimentazioni in masselli autobloccanti, una soluzione che – come precedentemente evidenziato – si rivela ottimale per le più svariate applicazioni esterne, da quelle residenziali a quelle commerciali, da quelle urbane a quelle industriali. Scopri maggiori informazioni sul servizio ed entra in contatto con i nostri esperti per ricevere una consulenza sul tuo progetto.

Nell’ampio e articolato panorama delle pavimentazioni esterne, i grigliati erbosi (talvolta chiamati anche “grigliati salvaprato”) sono considerati a ragione una soluzione versatile e funzionale. Realizzati in calcestruzzo ad alta resistenza, questi elementi sono specificamente progettati per favorire la crescita dell’erba e ottimizzare il drenaggio delle acque piovane grazie alla presenza di appositi interstizi, nei quali si alloggiano terriccio ed erba fino a creare un prato naturale perfettamente calpestabile e carrabile

In più, oltre a conferire un aspetto estetico gradevole alle superfici orizzontali nei contesti pubblici e privati, i grigliati erbosi svolgono un ruolo fondamentale nella gestione sostenibile delle aree urbane, poiché contribuiscono alla riduzione dell’impatto ambientale e migliorano qualità e fruibilità degli spazi pubblici.

La corretta manutenzione dei grigliati erbosi è cruciale per garantire la loro performance e durata nel tempo. In questo articolo, ci proponiamo di esplorarla in maggiore dettaglio, sottolineando il suo ruolo centrale nel mantenimento delle proprietà strutturali e funzionali della pavimentazione. In sintesi, ciò significa che un grigliato erboso correttamente gestito potrà promuovere la crescita vegetativa e gestire le acque piovane per lungo tempo e in modo efficace.

Le applicazioni e i vantaggi dei grigliati erbosi

I grigliati erbosi si dimostrano pavimentazioni particolarmente versatili, tanto da trovare impiego in diverse applicazioni outdoor grazie alla loro capacità di combinare sinergicamente una superficie carrabile con un aspetto naturalmente verde ed efficaci caratteristiche drenanti.

L’impiego dei grigliati erbosi è indicato nei parcheggi all’aperto, dove queste pavimentazioni garantiscono la circolazione sicura dei veicoli associata a un’estetica verde e naturale; nei giardini, sia pubblici che privati, dove rappresentano un’ottima soluzione estetica e funzionale per realizzare aree verdi accessibili; e nelle aree pedonali, dove garantiscono una superficie sicura e drenante per il camminamento delle persone. Inoltre, si rivelano ottimali per la realizzazione di rampe carrabili, stradelli privati, posti auto scoperti, aree circostanti gli alberi, e persino per il consolidamento di terreni, scarpate e sponde stradali.

L’aspetto prettamente decorativo dei grigliati erbosi, con erba naturale che cresce liberamente nelle parti vuote degli elementi in calcestruzzo, risolve inoltre in modo efficace il dilemma tra l’esigenza di pavimentazioni carrabili e l’ormai imperante necessità di mantenere aree verdi in città.

Per quanto riguarda i vantaggi garantiti dalle pavimentazioni in grigliati erbosi, essi sono diversi e oggettivi:

  • Superficie sia carrabile che verde: questi elementi costruttivi combinano la capacità di sostenere il peso dei veicoli con una crescita naturale e controllata del manto erboso.
  • Drenaggio efficiente: i grigliati erbosi favoriscono un rapido ed efficace drenaggio dell’acqua nel terreno sottostante, riducendo il rischio di ristagno e dunque i pericolosi fenomeni di aquaplaning per i veicoli.
  • Integrazione naturale tra urbanistica e natura: il sistema consente una piena e ottimale integrazione tra gli elementi in calcestruzzo e i naturali processi di crescita vegetativa.
  • Aderenza ottimale: dal momento che i grigliati erbosi carrabili sono costituiti da masselli in calcestruzzo, l’aderenza degli pneumatici alla pavimentazione è ottimale e l’affondo nel fango che si verificherebbe su un comune manto erboso totalmente evitato.
  • Elevata resistenza: le caratteristiche tecniche del calcestruzzo rendono le pavimentazioni esterne in grigliati salvaprato particolarmente robuste e resistenti alle sollecitazioni meccaniche.
  • Lunga durata nel tempo: grazie alle straordinarie qualità tecniche del calcestruzzo, i grigliati erbosi resistono ottimamente all’azione degli agenti atmosferici, ai cicli di gelo e disgelo e all’usura, mantenendo nel tempo le loro caratteristiche strutturali.
  • Facilità di posa e di eventuale rimozione: l’installazione di questi sistemi è semplice ed efficiente e la loro rimozione è altrettanto agevole, a garanzia di un’eccellente flessibilità progettuale.
  • Ecosostenibilità: l’impiego dei grigliati erbosi, soprattutto in aree urbane, favorisce una maggiore sostenibilità ambientale e un’efficace salvaguardia della natura grazie alla promozione della vegetazione e al drenaggio naturale delle acque.
  • Riduzione dell’effetto isola di calore: i grigliati erbosi contribuiscono a ridurre l’effetto isola di calore grazie alla vegetazione che cresce nelle loro aperture.

Cos’è l’intasamento dei grigliati erbosi, da cosa è provocato e a quali conseguenze porta

L’intasamento dei grigliati erbosi si verifica quando le aperture tra i blocchi o le griglie vengono riempite o parzialmente ostruite da detriti, crescita eccessiva di erba o altri materiali. Si tratta di un fenomeno comune e fisiologico, ma comunque da considerare attentamente in fase manutentiva poiché, se non correttamente gestito, rischia di compromettere la capacità drenante e l’efficienza complessiva del sistema.

Le cause comuni dell’intasamento dei grigliati erbosi includono l’accumulo di detriti come foglie, rami, sedimenti e altri materiali nelle aperture dei grigliati; la crescita incontrollata dell’erba, che finisce con l’ostacolare il drenaggio dei grigliati; e la mancanza di manutenzione, intesa come pulizia inadeguata o interventi preventivi insufficienti, che può portare alle due conseguenze precedentemente elencate.

Come accennato, l’intasamento dei grigliati erbosi è legato all’insorgenza di problematiche significative, che possono essere così riassunte:

  • Riduzione della capacità drenante: in pavimentazioni esterne di questo tipo, le aperture intasate limitano la capacità dei grigliati di drenare l’acqua nel terreno sottostante. Ciò può portare a ristagni d’acqua e a problemi di drenaggio nelle aree circostanti.
  • Danni strutturali e degrado del materiale: l’accumulo di detriti e la ritenzione di umidità possono causare danni alla struttura dei grigliati erbosi, compromettendo la loro resistenza e durabilità nel tempo.
  • Alterazioni nell’estetica e nella funzionalità: un intasamento visibile compromette l’aspetto estetico dei grigliati erbosi e l’armonia visiva complessiva dell’area pavimentata. Inoltre, l’inefficienza nel drenaggio può influenzare negativamente l’uso e la sicurezza dell’area.

Come si gestisce e si previene l’intasamento dei grigliati erbosi

L’adozione di pratiche di manutenzione regolari è la prima e fondamentale strategia per prevenire il problema dell’intasamento nelle pavimentazioni con grigliati erbosi.

La pulizia periodica dovrà innanzitutto prevedere la rimozione dei detriti e delle erbacce dalle aperture dei grigliati, e dovrà essere associata a un regolare controllo della crescita vegetativa: ciò significa che sarà necessario provvedere al mantenimento del manto erboso e delle eventuali piante attorno ai grigliati, in modo da evitare che questi invadano le aperture.

Per un’efficace gestione dell’intasamento, è però altrettanto importante l’applicazione di specifici sigillanti, che contribuirà a proteggere i grigliati erbosi e ne faciliterà la pulizia prolungandone la vita utile, mantenendone inalterate funzionalità ed estetica, e garantendo una pavimentazione esterna sicura, durevole e gradevole.

Cos’è e come avviene la sigillatura dei grigliati erbosi

Come indicato, il processo di sigillatura dei grigliati erbosi – che può essere descritto come l’applicazione di un sigillante protettivo sulle superfici dei grigliati – è essenziale per garantire la loro longevità e l’ottimale mantenimento delle loro funzioni. Si tratta infatti di una procedura che aiuta a prevenire l’intasamento, migliora il drenaggio e protegge la struttura da eventuali danni.

La prima fase del processo prevede la pulizia e l’ispezione della pavimentazione: con l’ausilio di attrezzi manuali, soffiatori o aspiratori si procederà a rimuovere foglie, rami, sedimenti e altri detriti dalle aperture dei grigliati erbosi, assicurandosi che tutte le fessure e le aperture siano libere da ostruzioni.

Lo step successivo comporta l’impiego di un’idropulitrice per una pulizia ancora più approfondita delle aperture, al fine di rimuovere eventuali fanghi o detriti più ostinati. Successivamente, l’area dovrà essere lasciata asciugare con cura.

Ad area totalmente pulita e asciutta, si procederà quindi alla verifica dell’integrità strutturale dei grigliati, prestando particolare attenzione all’eventuale presenza di crepe, danni o segni di usura che potrebbero necessitare di interventi di riparazione prima della sigillatura vera e propria (ad esempio con la sostituzione dei masselli danneggiati o con il riempimento delle crepe).

Il sigillante utilizzato sui grigliati erbosi dovrebbe essere preferibilmente a base resinosa, in modo da garantire flessibilità, durevolezza e adeguata resistenza agli agenti atmosferici. La preparazione del prodotto potrebbe includere fasi di miscelazione e attivazione; pertanto, si suggerisce di seguire accuratamente le istruzioni riportare sulla scheda tecnica.

Di norma, l’applicazione del sigillante – ossia il processo di sigillatura vero e proprio – avviene con l’ausilio di spatole, rulli o pennelli a seconda della consistenza del prodotto e delle dimensioni dell’area da trattare. Il sigillante andrà applicato sempre in modo uniforme su tutta la superficie dei grigliati erbosi, in modo che penetri adeguatamente nelle fessure: al fine di ottenere questo risultato, potrebbe essere necessaria l’applicazione di più strati, che dovrà però avvenire soltanto previa asciugatura dello strato precedente.

Successivamente alla sigillatura, il grigliato erboso non dovrà essere calpestato né utilizzato fino alla completa asciugatura del prodotto. Post-intervento, sarà invece opportuno effettuare una manutenzione regolare della pavimentazione, sia mantenendo l’area pulita da detriti, sia tagliando l’erba con frequenza periodica, sia ispezionando lo stato del sigillante e l’integrità dei grigliati.

Al contrario, sarà invece opportuno evitare di utilizzare detergenti aggressivi o prodotti chimici che potrebbero danneggiare il sigillante (e, ovviamente, l’erba), così come strumenti abrasivi che potrebbero graffiare o danneggiare la superficie sigillata.

Cubo: punto di riferimento per le pavimentazioni esterne

Cubo è specializzata sia nella progettazione architettonica che nella realizzazione del “pacchetto strutturale” per pavimentazioni esterne, che includono masselli autobloccanti, grigliati erbosi, superfici drenanti e piastre. Oltre alle pavimentazioni esterne, Cubo offre soluzioni complementari come sistemi per la raccolta di acque piovane, cordoli, muri di contenimento e altre infrastrutture.

Similmente a quanto avviene per le murature, anche per le pavimentazioni Cubo gestisce completamente la direzione dei lavori, occupandosi delle maestranze (grazie ai novanta dipendenti dell’azienda), della logistica di cantiere (inclusi sopralluoghi, assistenza tecnica e approvvigionamento dei materiali), della supervisione tecnica dei lavori e del coordinamento della sicurezza sia in fase di progetto (CSP) che in fase di esecuzione (CSE).

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Ci sono grandi novità in casa CUBO: siamo stati infatti recentemente insigniti della prestigiosa Certificazione EPD (Environmental Product Declaration) per il nostro servizio di posa in opera.

Si tratta di un traguardo particolarmente prestigioso, non soltanto perché conferma la qualità della nostra proposta, ma anche perché CUBO è la prima azienda in Europa a ottenere tale attestazione per il servizio.

Cos’è la Certificazione EPD e perché è così importante

La Certificazione EPD (Environmental Product Declaration) è uno strumento di valutazione ambientale che fornisce informazioni obiettive, chiare e verificabili sui potenziali impatti ambientali di un prodotto o di un servizio durante il suo intero ciclo di vita.

L’importanza della Certificazione EPD non è legata soltanto all’attestazione della sostenibilità di un prodotto o di un servizio, ma va anche osservata nel contesto di una fase storica in cui produttori e consumatori sono sempre più coscienti dell’impatto ambientale di determinati processi: i primi, con l’obiettivo di formulare soluzioni progressivamente più sostenibili; i secondi, con il fine ultimo di acquistare in modo più consapevole e responsabile.

In questo complesso scenario, si rivela quindi fondamentale provvedere alla dichiarazione ambientale di prodotti e servizi e ottenere una certificazione che possa confermarla.

In termini pratici, la Certificazione EPD è un documento ufficiale che offre dati e informazioni relativamente alle performance ambientali di un prodotto o servizio. È quindi definibile come una vera e propria “etichetta ambientale” (nello specifico di Tipo III), che ha lo scopo di descrivere l’impatto che una determinata soluzione ha sull’ambiente attraverso il report dettagliato del suo consumo di risorse ed energia; dell’entità delle sue emissioni atmosferiche; della sua produzione di rifiuti e scarichi nei corpi idrici.

Come accennato in precedenza, la Certificazione EPD è particolarmente prestigiosa perché contiene nozioni:

  • Obiettive, ossia risultato di test e analisi scientifiche.
  • Credibili, ossia risultato dell’applicazione delle norme ISO.
  • Confrontabili, ossia in grado di favorire il confronto tra prodotti o servizi definibili come equivalenti.

La Certificazione EPD segue le regole di un Program Operator che, a sua volta, opera in accordo con la normativa UNI EN ISO 14025. L’attestazione rientra inoltre tra le politiche ambientali comunitarie che hanno l’obiettivo di integrare strumenti e metodologie in grado di ridurre l’impatto ambientale legato al ciclo di vita di prodotti e servizi.

L’utilità della Certificazione EPD è duplice: da un lato, favorisce relazioni Business to Business sempre più virtuose grazie alla fornitura di informazioni chiare e oggettive, utili al calcolo ambientale di un prodotto o servizio; dall’altro, permette ai consumatori finali di compiere scelte d’acquisto informate, dal momento che esplica in modo comprensibile le performance ambientali dei beni offerti.

Le aziende che conseguono la Certificazione EPD – che è un’attestazione volontaria e caratterizzata da valenza internazionale – scelgono quindi di certificare la sostenibilità ambientale della loro proposta di business. Al fine di ottenere l’EPD, l’organizzazione dovrà compiere un percorso di certificazione che comporta la verifica da parte di un ente terzo e indipendente.

A certificazione ottenuta, l’azienda potrà incrementare in modo significativo le proprie prospettive di business e di ottenere protocolli di sostenibilità.

A cosa contribuisce la certificazione EPD

La Certificazione EPD contribuisce a diversi aspetti legati alla sostenibilità e alla gestione ambientale dell’azienda certificata. Quest’ultima non soltanto soddisfa i requisiti ambientali richiesti per partecipare agli appalti pubblici e dimostra la propria conformità ai CAM (Criteri Ambientali Minimi), potendo accendere agli incentivi statali, ma garantisce anche ulteriori vantaggi:

  • Criterio per le certificazioni: le EPD possono essere utilizzate come criterio per ottenere varie certificazioni ambientali e di sostenibilità, come LEED® (Leadership in Energy and Environmental Design), BREEAM (Building Research Establishment Environmental Assessment Method), e altri standard per gli edifici sostenibili.
  • Trasparenza ambientale: la certificazione offre informazioni trasparenti e verificate sull’impatto ambientale di un prodotto o di un servizio lungo il suo intero ciclo di vita.
  • Supporto alle decisioni d’acquisto: la certificazione permette ai consumatori e agli acquirenti di valutare e confrontare diverse opzioni di prodotto o servizio in base al loro impatto ambientale, facilitando decisioni d’acquisto più consapevoli.
  • Miglioramento della sostenibilità di prodotti e processi: l’analisi condotta per ottenere una EPD porta in molti casi a identificare opportunità di miglioramento dei processi produttivi per ridurre l’impatto ambientale complessivo di un prodotto o manufatto.
  • Comunicazione aziendale: le EPD forniscono alle aziende uno strumento di comunicazione efficace per dimostrare il loro impegno verso la sostenibilità ambientale e la trasparenza nei confronti dei clienti e delle parti interessate.

Le aziende che, come CUBO, scelgono di intraprendere il percorso di Certificazione EPD, dimostrano dunque volontariamente e in modo trasparente il loro impegno e contributo per un futuro più ecosostenibile.

CUBO: primi in Europa a ottenere la Certificazione EPD per un servizio

Come accennato, la Certificazione EPD conseguita da CUBO è relativa al servizio di posa in opera. Sebbene infatti questa attestazione sia spesso associata ai prodotti, la sua estensione ai servizi è possibile e la nostra azienda è la prima in Europa a ottenerla.

Per ottenere la Certificazione EPD per un servizio, è necessario completare un percorso che coinvolge diverse fasi sequenziali:

  • Definizione del servizio: questo step comporta l’identificazione chiara del servizio offerto, inclusi gli aspetti chiave del processo e delle attività che esso comporta.
  • Analisi del ciclo di vita (LCA) del servizio: implica la valutazione dettagliata degli impatti ambientali del servizio da certificare attraverso l’analisi scientifica del suo ciclo di vita, in tutte le sue fasi.
  • Raccolta dei dati: relativamente alle diverse fasi del ciclo di vita del servizio. Tali informazioni possono includere consumi energetici, emissioni di gas serra, impiego delle risorse ed eventuali ulteriori impatti ambientali pertinenti.
  • Elaborazione e verifica dei dati raccolti: col fine ultimo di ottenere un quadro complessivo degli impatti ambientali del servizio. Tali dati vengono successivamente verificati per assicurare la loro massima affidabilità e accuratezza.
  • Sviluppo dell’EPD: successivamente alla verifica dei dati, si procede allo sviluppo del documento di Certificazione EPD relativamente al servizio analizzato. Il documento, come già indicato, fornisce informazioni trasparenti e oggettive sull’impatto ambientale utilizzando indicatori specifici.
  • Certificazione e dichiarazione: l’EPD per il servizio viene sottoposto a un processo di certificazione da parte di organismi accreditati, che ne verificano la conformità agli standard e le metodiche impiegate nell’analisi del ciclo di vita.
  • Comunicazione e trasparenza: a certificazione ottenuta, l’azienda che fornisce il servizio può utilizzare l’EPD come strumento di comunicazione per dimostrare il proprio impegno verso la sostenibilità ambientale e renderlo disponibile al pubblico per garantire trasparenza.

In conclusione, CUBO può ora fregiarsi di una prestigiosa attestazione che, in modo standardizzato e riconosciuto a livello internazionale, conferma l’orientamento della nostra organizzazione a processi sempre meno impattanti sull’ambiente.

Nella fase di progettazione della muratura in blocchi, il calcolo degli spessori è senza dubbio uno degli aspetti fondamentali da considerare: essi rivestono infatti un ruolo cruciale tanto nella stabilità strutturale dell’edificio (o della muratura stessa!) quanto nel garantire prestazioni ottimali in termini di isolamento termoacustico, lunga durata nel tempo, resistenza all’azione degli agenti atmosferici, agli eventi sismici e, laddove necessario, un affidabile comportamento al fuoco.

Di riflesso, i requisiti prestazionali richiesti alla muratura saranno per il progettista essenziali nella definizione degli spessori: ciò significa che non esiste una risposta univoca alla questione, quanto piuttosto che ogni singola muratura sarà un manufatto unico, stabilito in tutti i suoi parametri dimensionali in funzione delle specifiche tecniche, applicative ed estetiche che dovrà rispettare.

In tal senso, la buona pratica indica che tutte le pareti debbano essere calcolate in base alla funzione che andranno a svolgere e in relazione ai carichi ai quali saranno sottoposte. Questi ultimi influenzeranno anche l’eventuale dimensionamento dei diversi sistemi di strutturazione, degli ancoraggi e degli irrigidimenti.

Diversi fattori devono essere quindi presi in considerazione durante il calcolo degli spessori nella progettazione muraria. Tra questi, i principali includono i già citati carichi strutturali che il manufatto dovrà sopportare, il tipo di blocchi utilizzati, le condizioni del terreno e/o l’area geografica in cui l’edificio è situato, le normative di settore e le linee guida stabilite dal produttore dei blocchi. Come è facile comprendere, è fondamentale valutare attentamente ogni singolo elemento al fine di garantire la sicurezza complessiva, il corretto funzionamento e la longevità dell’opera.

Le principali categorie di murature

Nell’affrontare la tematica dello spessore delle murature in blocchi, è importante prima di tutto ricordare le categorie principali in cui le murature, in senso generale, vengono suddivise:

  • Murature portanti o strutturali: sono chiamate a sostenere il peso dell’edificio e trasferiscono i carichi verticali al terreno. Generalmente, presentano uno spessore maggiore rispetto ad altre tipologie di muratura al fine di garantire adeguata resistenza e stabilità strutturale.
  • Murature non portanti o di tamponamento: diversamente dalle precedenti, non sono chiamate a supportare il peso strutturale dell’edificio e non trasmettono carichi verticali al terreno. Vengono utilizzate per separare l’interno dell’edificio dall’esterno.
  • Murature per divisori interni: hanno l’esclusivo scopo di separare gli spazi interni di un edificio e non hanno alcuna funzione strutturale. Offrono flessibilità di configurazione degli ambienti interni e possono essere facilmente spostate o rimosse per adattare l’uso degli spazi nel tempo.

Le murature possono poi essere monostrato (quando lo spessore del muro coincide con quello dell’elemento costruttivo utilizzato), a doppio strato o pluristrato (quando lo spessore della parete è il risultato di due o più strati tra loro distanziati o contigui) oppure miste (quando gli strati della muratura si compenetrano per costituire una struttura sufficientemente connessa).

Le tipologie di costruzione cui le murature in blocchi sono destinate

Il calcolo degli spessori delle murature in blocchi dovrà inoltre considerare, oltre a quanto già menzionato, la tipologia di costruzione e/o edificio cui esse sono destinate.

Ecco a seguire le architetture più diffuse che possono essere realizzate con questo sistema costruttivo:

  • Edifici multipiano: si tratta di costruzioni prevalentemente destinate a residenze e uffici. Di norma, esse includono piani interrati destinati al ricovero dei veicoli, alle cantine e ai locali tecnici; piani terra adibiti a piccoli negozi e ad aree comuni per l’accesso all’edificio; piani superiori destinati alle abitazioni. Rientrano in questa categoria anche gli hotel.
  • Unità immobiliari singole: come ville o villette a schiera e, più in generale, edifici a uso abitativo di altezza contenuta e con dimensioni definibili “a misura d’uomo”.
  • Edifici produttivi: sono grandi costruzioni con ampie pareti di tamponamento e luci molto estese sia per esigenze di illuminazione che per il transito di veicoli. Tipicamente, questa categoria include costruzioni con destinazione produttiva, capannoni per lo stoccaggio di merci, depositi e magazzini per il ricovero di materiali e mezzi, aree logistiche, tutte le strutture legate alla grande distribuzione, i cinema, i teatri, i centri congressi, gli impianti sportivi e persino i poli fieristici: in sintesi, ovunque possa verificarsi un copioso afflusso di pubblico.
  • Edifici preesistenti ristrutturati o recuperati: talvolta definite “archeologia industriale”, queste costruzioni richiedono interventi appositi per essere riadattate alle esigenze urbanistiche attuali. Possono essere localizzate sia in zone industriali sia nei centri cittadini o addirittura storici.
  • Interventi ambientali: le murature in blocchi trovano ampia applicazione anche all’esterno, per esempio nell’arredo urbano, così come per la costruzione di pareti di contenimento per giardini, muri di recinzione, realizzazione di terrapieni e sistemazione di bacini in genere. A questi vanno poi aggiunte le opere di contenimento del rumore, come le barriere acustiche per strade, ferrovie o edifici ad alto tasso di inquinamento acustico.

La varietà di possibili applicazioni delle murature in blocchi – che a sua volta ne influenza lo spessore – è quindi molto ampia. Questo sistema costruttivo permette la realizzazione di numerose tipologie di pareti, siano esse da intonaco o faccia a vista, con funzioni di facciata o divisione interna. A seconda delle caratteristiche dei blocchi selezionati, sarà pertanto possibile costruire muri portanti o di tamponamento, con funzioni di isolamento termico, acustico e di resistenza al fuoco che sposano pienamente le più specifiche esigenze progettuali.

Per comprendere la varietà di elementi realizzabili con i blocchi in calcestruzzo è sufficiente citarne alcuni relativi agli edifici civili: murature portanti esterne o di spina, pareti di rivestimento, architravi, tramezze interne e pareti divisorie tra i vari ambienti, muri controterra e pilastri. Nei grandi edifici commerciali o industriali, questa soluzione si rivela inoltre efficace per realizzare grandi superfici di tamponamento all’esterno e murature di separazione interna, anche con funzione tagliafuoco o di isolamento acustico.

A seconda della funzione cui i blocchi sono destinati, il loro spessore verrà definito in relazione a considerazioni di tipo normativo, tecnologico, tipologico, funzionale ed estetico. Con l’obiettivo di agevolare il progettista, esistono diversi metodi e strumenti per il calcolo degli spessori: oltre ai calcoli manuali, che richiedono comunque una conoscenza dettagliata delle formule e delle equazioni utilizzate nella progettazione strutturale, sono oggi disponibili software specializzati che semplificano notevolmente questo processo, permettendo di ottenere risultati precisi e affidabili in modo più rapido ed efficiente.

Infine, anche le normative nazionali e internazionali giocano un ruolo fondamentale nel calcolo degli spessori nella progettazione delle murature in blocchi. Queste direttive stabiliscono i requisiti minimi di sicurezza e prestazioni che devono essere rispettati durante la progettazione e la costruzione degli edifici: è quindi importante che i progettisti siano a conoscenza delle disposizioni richieste e che le applichino correttamente per garantire la conformità dell’edificio alle leggi e ai regolamenti vigenti.

Per ciascuna delle possibili applicazioni delle murature in blocchi, i produttori di sistemi costruttivi di questo tipo – come Gasbeton® e Ytong – mettono a disposizione del progettista indicazioni e tipologie di blocchi specifiche che, grazie a sagome e dimensioni appositamente definite, garantiscono le migliori performance e il soddisfacimento delle esigenze di ogni costruzione.

Spessore della muratura in blocchi: alcune indicazioni di massima

Come chiarito, lo spessore della muratura in blocchi verrà definito ad hoc in fase progettuale in funzione delle innumerevoli discriminanti finora affrontate.

Tuttavia, esistono alcune indicazioni di massima che è possibile tenere presenti: riassumiamo a seguire quelle riferite ad alcune delle applicazioni più comuni di questo sistema produttivo, come riportato sul manuale di Ytong.

  • Muri di tamponamento esterno: in virtù dell’elevato grado di isolamento termico che garantiscono, i blocchi per questa realizzazione possono essere monostrato, senza esigenza di isolamento esterno con sistemi a cappotto. Lo spessore dei blocchi varierà dai 24 ai 48 centimetri.
  • Murature portanti: quando realizzate con blocchi portanti, vantano eccellenti caratteristiche di resistenza meccanica, isolamento termico e leggerezza del sistema, rivelandosi una soluzione ideale anche per applicazioni in zone sismiche. Lo spessore del blocco sarà variabile tra 24 ai 40 centimetri a seconda della tipologia di blocco selezionata.
  • Tramezze interne: la muratura in blocchi per questa applicazione varia nello spessore in funzione della destinazione d’uso e dell’altezza della parete, oscillando tra gli 8 e i 20 centimetri.
  • Murature divisorie acustiche: la realizzazione di divisori acustici tra diverse unità immobiliari richiede l’impiego di doppie pareti con spessori e densità differenti, tra le quali viene interposto un materassino isolante con funzione fonoassorbente. Lo spessore dei blocchi varierà tra i 10 e i 15 centimetri.
  • Pareti divisorie tagliafuoco: le murature in blocchi assicurano in quest’ambito le più elevate prestazioni. Il sistema di pareti tagliafuoco non portanti a marchio Ytong, ad esempio, è certificato per pareti di altezza fino a 8 metri, senza intonaci e rasature, e prestazioni EI 240 nello spessore 15 centimetri. Per applicazioni di questo tipo si ricorre al metodo tabellare e al calcolo analitico per certificare murature REI di altezza superiore, sia portanti che non portanti, con gradi EI/REI fino a 240 minuti.
  • Pareti divisorie per spazi tecnici e garage: i blocchi in calcestruzzo cellulare sono incombustibili, e quindi estremamente sicuri in caso di incendio. Una parete non intonacata di spessore 10 centimetri in blocchi Ytong assicura una prestazione EI 180, mentre una parete di spessore 15 centimetri raggiunge il grado EI 240.
  • Pareti tagliafuoco di grandi dimensioni: in genere utilizzate in contesti industriali e del terziario, richiedono la realizzazione di un sistema di irrigidimenti verticali e orizzontali con blocchi forati e a U di spessore minimo pari a 20 centimetri. Il loro spessore può comunque arrivare a 36 centimetri.

In ultima analisi, il calcolo degli spessori nella progettazione della muratura in blocchi è un processo complesso e delicato che richiede conoscenze specialistiche e approfondita esperienza. È fondamentale che i progettisti adottino un approccio accurato e metodico al calcolo degli spessori al fine di garantire la sicurezza strutturale, l’efficienza energetica e le prestazioni ottimali dell’edificio: pertanto, continuare ad approfondire le proprie competenze e adottare le migliori pratiche nel calcolo degli spessori si rivela indispensabile per la realizzazione di progetti duraturi e di successo nell’ambito della progettazione muraria.

Entra in contatto con gli specialisti di Cubo per ricevere supporto completo nella progettazione e realizzazione di murature in blocchi di cemento autoclavato/alleggerito.